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Nei cinema dal 30 ottobre 2014

Ciao sono kekkoz e potrei dirvi tante cose interessanti sulla firma dei pregiudizi di questa settimana, se solo io ne sapessi qualcuna, ma in realtà non so nemmeno che faccia abbia. Che buffa questa vita moderna! Lui si chiama Andrea V., vive a Napoli (almeno credo), su Twitter ci lega la grande passione per la serie tv Nashville, ed è uno molto in gamba. Ah, dimenticavo: è un musicista.

“Piacere di conoscerti, Andrea. Mi fai dei pregiudizi?”. True story.

draculaspia

Quassù doveva campeggiare il testone di Frank, bomba convinta e fil rouge tra molti dei miei pregiudizi, invece kekkoz mi avverte che hanno deciso di farlo slittare al 13 novembre solo per rovinarmi la festa. Ma non ci riusciranno.

DRACULA UNTOLD
Ero convinto che 90 anni di film su Dracula avessero ormai esaurito l’argomento, invece c’era ancora fuffa disponibile per un Dracula Untold e potrebbero seguire anche Dracula Unseen e Dracula Unheard, dipende da un tot di cose.
È il film che inaugura l’operazione Monster Universe della Universal che va a schiantarsi contro il ganzissimo annuncio della Marvel di nove film fino al 2019. Warner Bros, per non sembrare la figlia della serva aveva già sventolato precedentemente altrettanti film DC Comics fino al 2020. Insomma saranno anni di terrificanti scontri SUPEREROI vs MOSTRI vs ALTRI SUPEREROI. Ma torniamo nei ranghi. Siamo nella Transilvania del XV secolo e il nostro impalatore preferito è dedito alle amorevoli cure della famiglia e a mantenere la pace nei suoi ridenti territori. Ma l’alto senso del dovere verso il suo popolo minacciato dall’impero ottomano e l’incontro in una caverna con un pezzo grosso dell’Anonima Vampiri lo spingono a diventare il Principe delle Tenebre, come dire, per puro spirito di sacrificio. Volevo vedere voi. Da qui in poi è tutta discesa: fenderà eserciti nemici a velocità supersonica, si nebulizzerà in nugoli di pipistrelli-bomba e salverà gattini dagli alberi. Tanto tanto CGI (sgranatissimo) da mandarvi il cinema in buffering ogni cinque minuti.

LA SPIA – A MOST WANTED MAN
L’ho già visto e mi è piaciuto molto. Si tratta di una solidissima spy story classica, come ci si aspetterebbe dalla trasposizione di un romanzo di Le Carré. Anton Corbjn al suo quarto film (solo quattro, possibile? mi sembra di aver visto un sacco di film di Corbjn) dà una prova registica impeccabile e asciutta, anche se forse gli scappa un po’ la mano coi filtri. Philip Seymour Hoffmann è un polveroso agente dei servizi segreti tedeschi a capo di una divisione di stanza ad Amburgo, dove prova a gestire una alienante e tesissima collaborazione con le forze americane e russe nel post 9/11. Il suo Gunther Bachmann porta macigni di un vissuto spionistico che non verrà mai affrontato direttamente ma che trapela dalla pesantezza di ogni suo parola ed espressione, da ogni sigaretta che si accende. Robin Wright, Rachel McAdams e Willem Defoe gli fanno da ottimi comprimari, e ho una menzione speciale per Grigoriy Dobrygin, che interpreta un dolente ragazzo ceceno-russo, suo malgrado al centro della vicenda. È una delle ultime occasioni (Hunger Games: il canto della rivolta – parte 1 uscirà in Italia a novembre) per ammirare uno dei migliori attori della sua generazione in un ruolo perfettamente centrato. Da non perdere anche solo per questo.

lastsummerannieparke scrivimianc

LAST SUMMER è il film dell’esordiente a me sconosciuto Leonardo Guerra Seragnoli, rampollo italiano dell’impero del packaging, formatosi in America, residente a Londra, regista di corti e spot commerciali, insomma tutto il pacchetto completo (scusate).
Costui, per il suo primo lungometraggio, mette insieme un cast internazionale più gente tipo la montatrice di Haneke e il costumista premio oscar per Barry Lyndon. Finalmente una bella storia per dare speranza a tutti i cineasti squattrinati all’ascolto! Il film magari non è neanche malaccio, ma farmi un’opinione su Last Summer dopo aver visto il trailer equivale a schiaffarmi una carta da gioco sulla fronte e tentare di indovinarla.
E dico nove di cuori, che considero la carta più pallosa e pretenziosa del mazzo.

ANNIE PARKER
A quanto pare questo è uno di quei film da maneggiare con cura perché parla di un argomento parecchio delicato, di donne coraggiose alle prese con la malattia ed è tratto da una storia vera. Not my cinematic cup of tea, insomma.
C’è un trailer punteggiato da una eloquentissima musica motivazionale e un endorsement finale di Donna Moderna. Allora io faccio così, poggio piano piano un pensatore e mi allontano lentamente camminando all’indietro.

SCRIVIMI ANCORA
Presentato in anteprima al Festival di Roma, Love, Rosie è il terzo lungometraggio del regista e sceneggiatore tedesco Christian Ditter (diversi premi sul camino per i suoi corti), il quale ha una predilezione per l’infanzia difficile e gli amori adolescenziali.
Questo film parte dalla seconda che ho detto ma poi attraversa 10 anni di vita dei protagonisti e sembra essere molto meno melenso e meglio strutturato di quanto il trailer voglia farci credere. Magari non mi spezzerò una gamba per correre a vederlo ma potrebbe essere adattissimo ad una serata col piumone.
E poi c’è Lily Collins che riesce ad essere adorabile anche quando vomita. Massì, io sono fiducioso, bomba.

confusi avana fantasmaper

CONFUSI E FELICI di Massimiliano Bruno è un film italiano di presunto ridere in cui la miccia comica è data la scoperta, da parte uno psichiatra cinico e disilluso, di avere una malattia progressiva che gli farà perdere la vista nel giro di tre mesi.
Ecco allora che si affida malvolentieri ai suoi pazienti picchiatelli i quali gli insegneranno a GODERSI LA VITA e a “vedere tutte le cose belle che non ha mai visto”. Espediente che, a naso, risale ai canovacci della commedia dell’arte o quantomeno a Vincenzo Salemme.
Una cosa su cui non ci piove è che Claudio Bisio possiede più espressioni allibite di quante la vostra filosofia possa immaginare e ci ha costruito tutta la sua recente fortuna al box office.
Il trailer è una carrellata dei picchiatelli di cui sopra e di reali momenti di secondhand embarassment, soprattutto se penso a quello che dice “vedi n’po’ se c’è scritto pure STICAZZI” e a quell’altro che “a signò sei morta da sei anni ancora nun te l’hanno detto”, che però potrebbe essere sempre lo stesso picchiatello.
Quote Boris: lo stesso regista, Pietro Sermonti e Caterina Guzzanti (che dice CIAONE).

RITORNO A L’AVANA
È il racconto di una rimpatriata tra vecchi amici imbolsiti dagli anni che se ne stanno tutto il tempo su una terrazza a mangiare, ridere, ballare, litigare, far pace e litigare di nuovo, mentre passa california dreamin’ da un jukebox mentale.
È diretto da uno bravo, Laurent Cantet, già vincitore a Cannes nel 2008 con Entre les murs; a parte questo non ne so granché e non mi ispira affatto. Sono i pregiudizi, bellezza.
Il titolo originale è Retour a Ithaque e vorrei far presente al preoccupato titolista italiano che mai mi aveva sfiorato l’idea che si trattasse di una trasposizione dell’Odissea.

UN FANTASMA PER AMICO
Sinceramente mi sfugge il senso di un film su un tenero e maldestro fantasmino calimero che non preveda la presenza di Christina Ricci, ma se qualcuno l’ha scritto prodotto e girato, probabilmente è un problema mio. Ma provate a dare il trailer in pasto ai vostri sgamatissimi figlioli/nipotini/amichetti e magari vi diranno esattamente la stessa cosa.

follepasspelomalo  ladanza

UNA FOLLE PASSIONE
Sogno una domenica pomeriggio in cui tutte le signore coi capelli azzurrini e il marito a rimorchio in barcollante digestione andranno a smaltire il surplus di sterile chiacchiericcio postprandiale nella stessa sala, o quanto meno nelle sale che proiettano lo stesso film.
Quel film sarà Una folle passione (Jennifer Lawrence e Bradley Cooper perfetti sempre e innamorati pazzi gelosi su verdi montagne, cos’altro volete, Jennifer Lawrence taglialegna? C’è).
E quella domenica pomeriggio io me ne starò in santa pace dove proiettano Frank a riguardare A most wanted man senza dover lanciare le mie fioche occhiatacce in tralice che non hanno mai scoraggiato nessuno.

PELO MALO
Ho cercato dappertutto, ho sollevato i luridi tappeti di iMDb ma non sono riuscito a trovare neanche uno straccio di legame col sottobosco delle telenovele venezuelane.
Regista vincitrice di festival internazionali, attori provenienti dal teatro, maestranze cinematografiche pure: una damnatio memoriae in piena regola. E io che volevo a tutti i costi infilare una citazione di Luisana Mia, mai una gioia.
Il trailer mi dice che è sostanzialmente la storia di un ragazzino a cui non va giù di assomigliare tantissimo al figlio di Will Smith e la sua personale crociata diventerà farsi una pettinatura da cretino per assomigliare al figlio di qualcun altro. Sua madre però non è dello stesso avviso e qui noi siamo tutti con lei.
In realtà è una storia dolorosa di rifiuto e crescita nel tostissimo tessuto sociale di una città tostissima come Caracas e il film ha ricevuto ottime critiche. Vorrei tanto aver avuto il tempo di andar oltre il trailer, ma il buon kekkoz mi ha affidato una settimana con DODICI UNDICI FILM, capirete.

LA DANZA DELLA REALTÀ
Tanto per non farci mancare nulla, questa settimana esce anche un film di Jodorovsky, regista di cui sapete sicuramente tutto quel che c’è da sapere.
Ognuno di noi ha un problema irrisolto con un qualche Maestro Del Cinema, una casella mancante che, per questo o quest’altro motivo, non abbiamo mai avuto la voglia di colmare. Ecco, la mia casella ha le dimensioni di una palazzina liberty e sul citofono c’è scritto Alejandro Jodorowsky.
A dirla tutta sono stato diverse volte sul punto di guardare La montagna sacra, ma poi facevo sempre l’errore di accendere la tv e venivo travolto dalla prima straccionata che passava su retequattro. Probabilmente quando retequattro trasmetterà un film di Jodorowsky io starò cancellando vecchi .avi di Jodorowsky che manco ricordavo di avere nel computer per fare spazio a qualche straccionata, è la mia condanna.