Ciao, sono kekkoz e sarò breve perché, come vedrete, da leggere ne avrete in abbondanza. L’autore di questa settimana è trino, una firma nota ai fan della vecchia scuola dei cineblog, anche se il suo blog non esiste più da un pezzo. Se volete recuperare qualcosa di suo, ha firmato numerosi post su inkiostro – oppure potete seguirlo su Twitter, tanto non lo usa.
Vorrei aggiungere che, nonostante le apparenze a seguire, trino nella vita è una persona normale, con una famiglia, un lavoro serio, la barba. È tipo un super-eroe dei blog, il cui super-potere è quello di essere geniale e completamente tuonato. Non fatevi intimorire: sedetevi comodi e leggete tutto.
3 DAYS TO KILL
Ok, via quei sorrisini. Voglio essere onesto con voi, così potete regolarvi per tempo. Questa settimana non ci saranno colpettini di gomito e strizzatine d’occhio. Niente onomatopee, né oscuri riferimenti pop. Soprattutto, non ci saranno scoppi improvvisi di parole o frasi in maiuscolo. Anche perché è tempo che questo blog applichi un po’ di serietà alla materia di cui si occupa, l’hanno detto pure l’altro giorno nei commenti.
Immaginate questa scena: siete al cinema, al buio, e lo sconosciuto accanto a voi vi sussurra che è in grado di leggervi la mente e indovinare qualsiasi numero a cui pensate, da 1 a 100. Voi non vi fidate, ma fate una prova. Pensate il 56, lui aspetta un secondo e poi dice “Cinquantasei”. Credete alle sue speciali facoltà mentali o attribuite il suo successo al caso? Ora immaginatevi quest’altra scena: siete da Ikea e sullo scaffale c’è un dado su cui c’è scritto che comunque lo si tiri farà uscire sempre il 6. Lo comprate, lo fate rotolare sul pavimento e viene fuori il 6. Ci credete? O pensate che sia stato un caso?
Verosimilmente crederete di più al fatto che il “Cinquantasei” del tipo strambo sia stato un caso piuttosto che lo sia stato il 6 del dado Ikea, giusto? Eppure, se ci pensate bene, c’era solo una probabilità su cento che lo sconosciuto al cinema potesse indovinare per caso il vostro 56, mentre c’era una possibilità su 6 (quindi un bel po’) che qualsiasi dado, anche non truccato, desse quel risultato per caso, il 6. Insomma, sapete fare i conti? E allora perché credete più all’Ikea che al tizio seduto accanto a voi al cinema?
Ecco, questa si chiama “distribuzione di probabilità a priori” (1). Cioè voi tutti sapete, prima ancora di far la prova col tizio del cinema e col dado, che c’è una possibilità su, boh, un fantastiliardo che uno sconosciuto che vi sussurra quella roba al cinema sia un fenomeno telepatico piuttosto che uno svitato qualsiasi; mentre c’è un’altissima probabilità che un’etichetta dell’Ikea dica grossomodo la verità. Questa è appunto la probabilità a priori, cioè la probabilità che una certa cosa sia in un certo modo prima ancora che l’abbiate testata. CAPITO IL CONCETTO?
Vi ho dato una ventina di maiuscole, ma ve le siete meritate. Ora, tornate per un attimo al primo esempio: lo sconosciuto al cinema vi sussurra che sa leggervi la mente. E, prima di chiedervi nuovamente se gli credete o no, aggiungete questo particolare: siete al cinema per vedere un film con Kevin Costner prodotto nel 2014, scritto da Luc Besson e diretto da un tizio che si fa chiamare McG ed è l’unico, tra i più famosi registi di video musicali che negli anni Zero si son dati al cinema, a non aver mai fatto un film decente. Cinquantasei sticazzi.
CONTRORA
Bene. Adesso le cose si fanno un po’ più complicate. Io ho visto il trailer di questo film, Controra, un thriller / horror scritto e diretto da Rossella De Venuto (è il suo primo lungometraggio).
Controra narra di un tizio che deve andare in Puglia perché un suo zio prete gli ha lasciato un’eredità. La moglie lo segue, ma la casa del vecchio ha i fantasmi. Il trailer colpisce per tre cose soprattutto: A) Gli attori parlano fuori sincrono, B) Ci sono tutti i cliché della casa infestata, C) C’è Furio Giunta dei Sopranos (2).
Anche Bayes, quello della probabilità a priori, era un prete. E probabilmente deve aver lasciato qualcosa in eredità a qualche nipote, come lo zio prete di Controra (“La controra”, dice il trailer di Controra, “è l’ora in cui le ombre dei morti tornano in vita a trovare i vivi” – di solito le tre, tre e un quarto del pomeriggio, a giudicare dalla luce delle scene (3)). Tuttavia la maggiore eredità di Bayes (4) resta il famoso teorema che viene appunto ricordato come il Teorema di Bayes.
Ricordate il tizio che indovinava il numero che avevate pensato? Certo che lo ricordate, era poco quassù nel pregiudizio sul film-pecora con Kevin Costner. Insomma, la probabilità di un evento dipende innanzitutto dalla sua probabilità a priori (tizi che sussurrano di avere poteri paranormali sono quasi sicuramente pazzi) e poi dalle informazioni che otteniamo facendo qualche indagine (il tizio ha indovinato per davvero il 56 che avevamo pensato) e si calcola così:
Vi faccio un esempio divertente, così vi tirate un po’ su di morale. Un vostro amico vi dice che ha letto un commento spassoso su Friday Prejudice e vi chiede se, secondo voi, il commentatore sia femmina. Quello che sapete è che l’80% dei commentatori su Friday Prejudice è maschio, mentre il 20% è femmina. L’evento A (il commentatore X è femmina) ha dunque una probabilità a priori del 20%, cioè P(A)=0.2. Chiaro? Poi ottenete un’altra informazione: il commento in questione non ha nessuna frase o parola in maiuscolo. Ora, mentre il 90% di commentatori maschi di Friday Prejudice usa le maiuscole almeno una volta, solo il 50% di femmine inserisce almeno una parola in maiuscolo nel suo commento, quindi la probabilità dell’evento E (non ci sono maiuscole) conoscendo l’evento A (il commentatore è femmina) è del 50% e lo scriveremo P(E|A)=0.5. Insomma, fatto 100 il numero dei commentatori di Friday Prejudice, 72 sono maschi che usano le maiuscole, 8 sono maschi che non usano le maiuscole, 10 sono femmine che usano le maiuscole e 10 sono femmine che non usano le maiuscole. Quindi la probabilità che un commentatore qualsiasi non usi le maiuscole è il 18%, cioè P(E)=0.18. Chiaro? A questo punto arriva il teorema di Bayes:
Ci siamo? Se vedete un commento senza maiuscole su Friday Prejudice, c’è il 55% di probabilità che sia di una femmina. In generale – a priori – c’è il 20% di probabilità che un commentatore sia femmina. Ma se sappiamo anche che il commento non contiene nessuna maiuscola, la probabilità sale al 55%.
Voi però siete venuti qui per sapere qualcos’altro, giusto? Che probabilità ci sono che Controra sia un bel film? Questo volete sapere. Ognuno ha le proprie esigenze.
Introduciamo quindi il concetto di Pregiudizio Iniziale, o P(I), che in questo caso è la probabilità che un’opera prima italiana thriller/horror sia un buon film. Non ci sono grosse chances, eh, una probabilità su cinquemila, cioè P(I)=0.0002. Poi introduciamo il concetto di Pregiudizi Specifici, o P(S), che nel caso di Controra significa la probabilità che un film abbia contemporaneamente un trailer mal doppiato, sia pieno di clichè e abbia nel cast Furio Giunta dei Sopranos, probabilità pari a circa una su 6.600, cioè tutti i 18 lungometraggi in cui ha recitato Federico Castelluccio (l’attore che interpreta Furio Giunta) rapportati al numero di film prodotti nel mondo nei 23 anni di carriera di Castelluccio, quindi P(S)=0.00015. Infine, possiamo anche calcolare che la probabilità che un bel film abbia un trailer mal doppiato, sia pieno di clichè e abbia nel cast Furio Giunta dei Sopranos sia di circa una su 100.000, cioè l’unico film decente in cui ha recitato Castelluccio (5) rapportato ai film decenti prodotti nella storia del cinema (6) quindi P(S|I)=0.00001. Quindi, il Pregiudizio Finale su Controra, o P(I|S), calcolato secondo il teorema di Bayes sarà:
O, in altre parole, una pecora.
ASSOLO
Ricapitoliamo: dopo aver conosciuto i dati di partenza del Pregiudizio Iniziale e averli corretti con i Pregiudizi Specifici, applicando il teorema di Bayes possiamo calcolare il Pregiudizio Finale. Ora possiamo aggiungere che se il Pregiudizio Finale è sotto il 35% siamo in piena zona Pecora. Se è tra il 35% e il 65-70% siamo in zona Pensatore. Se è sopra il 70% siamo in zona Bomba.
Ecco, prendiamo quest’altro film, Assolo. Se guardate il trailer, scoprite che il protagonista è interpretato da Antonio De Matteo, un attore che ha avuto ruoli secondari o fugaci in film di una certa importanza come Buongiorno, Notte, Bella Addormentata e Ocean’s Twelve. Scoprite però anche i soliti cliché, una spruzzata di esterofilia basica, una mano pesante nel costruire le scene e, soprattutto, dei dialoghi assurdi che sembrano scritti dall’equivalente, nel mondo del jazz, di quel che era il sommelier di Gusto (l’inserto del Tg5) nel mondo della degustazione del vino. Ecco, i conti sono presto fatti:
e il film è sicuramente una pecora.
UN AMORE SENZA FINE
Ok. Ormai dovreste essere allenati a sufficienza, quindi posso assegnarvi un esercizio per casa. Un amore senza fine è il remake di un film abbastanza risibile diretto nel 1981 da Franco Zeffirelli. Segnaliamo le seguenti battute del trailer, che potrebbero essere una buona base di partenza per un Manuale delle frasi fatte:
“Una ragazza così bella e così ricca non può esistere”
“[Ha passato gli ultimi due anni con] il naso sui libri”
“Che fai gli rubi l’auto?” “No, la prendo in prestito”
“Che piani hai per il futuro?”
“Non mi sono mai sentita così prima”
“Tu sembri uno che nasconde dei segreti”
“Hai scavato nel suo passato”
“Ti avevo avvisato!”
Mandate le equazioni direttamente a Kekkoz.
WE ARE THE BEST!
Oh, e io che pensavo che fosse una settimana-burla. We are the best! è un film di Lukas Moodyson, uno che ha scritto e diretto Fucking Amal, Together e Mammoth. Insomma, uno dal Pregiudizio Iniziale molto positivo. Il trailer però peggiora un pochino la distribuzione a priori: ci sono ragazzini che fanno battute un po’ sceme e la chiave della storiella è che la band dei ragazzini fa schifo (sul genere losers buffi ma simpatici e mattacchioni). Bayes vira quindi verso il pensatore, ma prima di liquidare Moodyson in una settimana così tossica diamo un’occhiata al pomodorometro che è addirittura al 97%.
Ora, nel momento in cui guardiamo il pomodorometro usciamo dal campo della statistica bayesiana ed entriamo in quello dei giudizi di chi ha già visto il film. Quanto vale il giudizio degli altri per formare un vostro pregiudizio?
La faccenda è complicata, tant’è che siete venuti qui per leggere dei pregiudizi di qualcun altro (il fatto che dopo aver letto questo post potreste non tornarci più è del tutto irrilevante). Se quindi fate un qualche affidamento sul pre-giudizio di qualcuno, a maggior ragione farete affidamento sul post-giudizio di qualcuno. Soprattutto se questo qualcuno è un critico che di mestiere valuta i film.
In logica, l’argomento con cui si cerca di dimostrare una tesi (We are the best! è un bel film!) fondandola sull’opinione di un esperto autorevole (Ha 97% al pomodorometro!) si chiama argumentum ab auctoritate (7). Si tratta di un argomento induttivo, non deduttivo. Per capirci, questo è un argomento deduttivo:
P1: La gente su internet non legge post lunghi 20 cartelle
P2: Questo è un post lungo 20 cartelle
C: La gente non leggerà questo post.
Se le due premesse sono vere, la conclusione è inevitabilmente dimostrata, non si scappa.
Un argomento induttivo invece raccoglie degli indizi che potrebbero provare una certa tesi, ma la cosa non è logicamente blindata come in una deduzione. Questo è un argomento induttivo:
P1: Il critico A dice che We are the best! è un bel film
P2: Il critico B dice che We are the best! è un bel film
P3: Il critico C dice che We are the best! è un bel film
…
Pn: Il critico n dice che We are the best! è un bel film
C: Probabilmente, We are the best! è un bel film.
Nel frattempo, gli diamo una bomba.
INCOMPRESA
Asia Aria Maria Vittoria Rossa Argento è un oggetto cinematografico molto particolare. Non è semplicemente un’attrice, ma un personaggio vivo. Prendi un film tamarro, mettici dentro Asia Argento e hai ottenuto un film tamarro ma assolutamente hip. Avete mai visto Une vieille maîtresse di Catherine Breillat? Ovvio che no, eravate a guardare film fumettoni e melodrammi del sudest asiatico. Be’, avrete però visto sicuramente New Rose Hotel di Abel Ferrara, giusto? Ecco, sapete di cosa sto parlando. Dietro la macchina da presa Asia non riesce a infondere lo stesso fattore hip ai film che maneggia. Insomma, New Rose Hotel è davvero un film potenzialmente da deridere ma concretamente super-hip; mentre Scarlet Diva è semplicemente un film brutto e solo un pochino hip. Diciamo che Asia Attrice ha un contributo di hipness che vale quattro volte quello dell’Asia Autrice.
La hipness è un fattore strampalato che attraversa i vostri Teoremi di Bayes e spariglia le equazioni. Cioè, tutti gli elementi che avete sul tavolo dicono: È una fregatura. Però, non è una fregatura. O meglio: è una fregatura che volete vedere e forse anche rivedere un giorno, chissà. Questa deviazione tra la normale distribuzione e l’effettiva roba che avete davanti è hipness.
Immaginate tutti i film che hanno le caratteristiche di New Rose Hotel: una manciate di idee sufficienti appena per il plot di un cortometraggio, dialoghi improbabili con altissime punte trash, inconcludente. Se dovessimo valutare tutti questi film, vedremmo che buona parte di questi film sono Pecore. Altri, un po’ meno, sono Pensatori. Ci saranno pochi, pochissimi film che deviano statisticamente verso le Bombe: quest’ultima è hipness, signori.
(In Incompresa ci sono Charlotte Gainsbourg – esempio emblematico della hipness più legittima – e Gabriel Garko. Sono troppo tentato dal mettere una Bomba, lo sapete vero?, ma ho già abbastanza guai così).
QUANDO SI MUORE… SI MUORE!
Ok, è tempo di assegnarvi un nuovo esercizio. Guardate il trailer di Quando si muore… si muore! e, sulla base di quanto imparato fin qui, provate a fare un grafico del contrario della hipness.
TUTTA COLPA DEL VULCANO
Mi è capitato di vedere al cinema tre volte questo trailer con platee diverse e ho notato un certo divertimento tra la folla. Diciamo che se avessimo fatto votare un pregiudizio alle tre sale avremmo avuto delle bombe. Possiamo fidarci? Del resto ci fidiamo del pomodorometro, ma il pubblico conta qualcosa? Siamo degli snob che crediamo solo all’opinione dei critici? Pomodori pieni e sale vuote?
Ahimè, non possiamo fidarci di qualche risata in sala. Se lo facessimo, commetteremmo almeno due fallacie logiche particolarmente gravi. La prima è la fallacia ad populum, che si commette quando si tenta di provare una tesi facendo appello all’opinione della maggioranza. Certo, è il popolo che alla fine decide se un film funziona oppure no, però qui non siamo nel consiglio di amministrazione di una casa di produzione, giusto? Purtroppo no, non ci siamo. La seconda fallacia è la cosiddetta fallacia del campione non rappresentativo: mi è capitato di sentire varie risate, ok, ma potrebbe essere stato un caso, magari invece la maggioranza di tutti quelli che hanno visto il trailer in tutto il mondo hanno sentito quel senso di incipiente intossicazione e costrizione della cistifellea che ho sentito anch’io.
WALESA – L’UOMO DELLA SPERANZA
Giunti a questo punto, siamo tutti molto stanchi. Stremati, direi. Walesa è stato indicato dai Polacchi come possibile candidato all’Oscar per il miglior film straniero. Buono, no? No. Noi abbiamo indicato La grande bellezza, per dire. E HA PURE VINTO!
Vi ho voluto dare qualche maiuscola perché se siete arrivati fin qui vuol dire che (A) mi volete molto bene, (B) non avete proprio nulla da fare, lo smartphone ha perso la connessione e l’unica pagina del browser caricata per intero era questa, (C) siete Kekkoz, e non vi capacitate di come avete potuto pensare di affidare a me tutti questi lettori oppure (D) siete l’avvocato di Kekkoz (8). In ciascuno di questi casi (soprattutto se siete l’avvocato di Kekkoz), vi siete meritati le maiuscole. Anzi, VE LE SIETE PROPRIO MERITATE!
365 – PAOLO FRESU, IL TEMPO DI UN VIAGGIO
Oddiomio, speravo che fosse finita. Ma quanti film escono in una settimana? Cioè, a me sembra di essere in questo post da anni. Non so nulla di jazz, ok? L’unica cosa di jazz che mi è capitata tra le mani negli ultimi ventiquattro mesi è stato il trailer di Assolo, quindi capirete se a questo punto del post non sono proprio ben propenso all’argomento.
In particolare, non so nulla di Paolo Fresu. Magari c’è qualche ragione sensata per cui un tizio con dei soldi potrebbe decidere di spenderli per fare un film su Paolo Fresu. Chi siamo noi per giudicare come un tizio che neppure conosciamo voglia spendere i propri soldi?
Dal trailer sembra fatto benino. Se vi interessa l’argomento, andateci.
È stato un piacere e un onore. Se avete un blog famoso e non fate in tempo ad aggiornarlo, chiedete in privato il mio numero a Kekkoz (9).
(1) Il concetto di “distribuzione di probabilità a priori” fu introdotto da Thomas Bayes, e infatti tutta la statistica che fa uso dei concetti elaborati dal buon Tom Bayes si chiama statistica bayesiana. Bayes era un inglese, prete figlio di prete, nato nel 1701 e morto nel 1761.
(2) Furio Giunta, gangster napoletano portato da Tony Soprano dall’Italia al New Jersey, resta uno dei personaggi più trash della celebre serie tv, sia per la coda di cavallo che usava portare sia per l’imbarazzante sottofondo di musica napoletano-orgiastica che segnava le fantasie sensuali delle donne (una in particolare) che pensavano a lui.
(3) “Controra”, dice il Vocabolario Treccani, è meridionalismo per indicare “periodo (all’incirca fra le ore tredici e le sedici) che nei pomeriggi estivi è destinato al riposo”. Cioè l’ora delle pennichella insomma. Come Rossella De Venuto abbia pensato di associare l’ora più pigra, spaparanzata e luminosa del giorno alle ombre e ai fantasmi può saperlo solo il suo psicoterapeuta.
(4) Questo tipo di raccordo tra un argomento e un altro (il plot di Controra e il teorema di Bayes collegati attraverso il significato figurato della parola “eredità”) è tipico del linguaggio telegiornalistico. Un grande campione di continuizzazione tra gli argomenti più disparati è stato il Tg5 di Enrico Mentana. Nel saggio “Estetica del telegiornale: identità di testata e stili comunicativi” (p. 123), Gianfranco Marrone fa un esempio particolarmente significativo: era stato mandato un servizio sui divorzi in Italia e subito dopo c’era da trattare una notizia riguardante un presunto strip tease di Lady Diana. Mentana introdusse la notizia dello strip con le parole “Dopo il divorzio, Lady Diana e Carlo d’Inghilterra continuano a tenere banco”. Insomma, il divorzio era il trait d’union tra i due argomenti, anche se la seconda notizia non aveva nulla a che vedere con i divorzi, così come il teorema di Bayes non ha nulla a che vedere con il plot del film Controra. Stilisticamente lascia un po’ a desiderare, ma serve a trastullarvi un pochino in questa valle di lacrime.
(5) Si tratta di Guida per riconoscere i tuoi santi di Dito Montiel (2006), che non era malaccio.
(6) IMDb lista circa 310.000 lungometraggi per il cinema, dal 1894 in avanti. Per Rotten Tomatoes, il 30% circa dei film recensiti da un numero decente di critici ha un pomodorometro dell’80% o superiore. Possiamo quindi grossomodo dire che nella storia dell’uomo sono stati fatti circa 100.000 film decenti, di cui solo uno con Castelluccio (che in realtà ha soltanto 76% al pomodorometro, ma siamo di manica larga).
(7) Da non confondere con l’argumentum ad verecundiam detto anche appello ad autorità impropria, che è invece una fallacia informale. Si ha argumentum ad verecundiam quando si cerca di fondare la propria tesi sull’opinione di qualcuno di autorevole nel suo campo ma non nel campo cui si riferisce la tesi in questione. Es. We are the best! è probabilmente un bel film perché è piaciuto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
(8) All’avvocato di Kekkoz faccio solo presente di essere in possesso di una battuta di chat gmail in cui il sig. Kekkoz dice letteralmente “carta bianca”. Ora, non vi è chi non veda come l’espressione “carta bianca” voglia concedere al sottoscritto guest blogger la più ampia libertà espressiva (ivi inclusi senza dubbio alcuno, e a mero titolo esemplificativo, i deliri statistici, grafici, logico-filosofici e pseudo-eruditi) con promessa di rato e valido senza eccezione o riserva alcuna.
(9) Avete ragione, non ho colto l’occasione per fare la cosa che tutti voi che non siete stati invitati a scrivere su Friday Prejudice morite dalla voglia di fare, e cioè etichettare un film come film italiano da deridere della settimana. Avevo pronto pure un teorema per spiegare la deridibilità di un film. Ma non lo farò. Che probabilità c’è che un tizio invitato da Kekkoz a fare una puntata di Friday Prejudice in una settimana in cui escono Assolo, Controra e Quando si muore… si muore!, rinunci a giocare la carta del film italiano da deridere della settimana? Ecco, appunto. Ci aveva ragione Trilussa sulla statistica. Ciao.