Ciao sono kekkoz e vi presento con grande piacere l’autore dei pregiudizi di questa settimana, e mica solo perché è un mio caro amico da quel dì. Lui si chiama Francesco come me, ma si fa chiamare Souffle per qualche motivo sul quale, a pensarci bene, non ho mai indagato.
Francesco ha un blog di cinema (ancora oggi!) che è differente da tutti gli altri, non solo perché lo dice il titolo (che è Percorsi Diversi) ma perché offre una prospettiva sui film, e più in generale un’integrità intellettuale, che difficilmente troverete altrove. Benvenuto!
CHI È SENZA COLPA – THE DROP
So quello che state pensando, come direbbe Magnum P.I., c’è James Gandolfini che non rivedremo mai più. Ma io mi precipito al cinema con un solo suono nelle orecchie, Tom Haaaaaardy. Un film con Tom Hardy si guarda a prescindere perché lui è bello e bravo per citare il Mollicone nazionale. E il regista è un tizio che sa il fatto suo e la storia di sicuro ti prende. Ma, diciamolo qui nel confessionale che non ci sente nessuno, a me prende Tom Hardy, quello sguardo quel corpo, quella voce, quella barba. Ci sono sempre tanti motivi per cui vai a vedere un film, uno di questi è aspettare il primo piano di Tom Hardy. Vedendo il trailer la storia pare muoversi lenta e costante come quelle piogge fitte e infinite che non ti stanchi di guardare e di starci in mezzo mentre sei sempre più bagnato. Beh, c’è Tom Hardy.
THE DIVERGENT SERIES – INSURGENT
Si tratta, signori, del seguito di Divergent, un film che ho visto e immediatamente dimenticato, per cui sono in una terribile situazione di stallo. Devo andare a vedere questo secondo capitolo dopo avere ripassato il primo? Vado al buio sperando di ricordarmi qualcosa del primo film così da non smarrirmi a metà visione guardando con disperazione la coppia accanto a me che ammicca allo schermo con l’aria di quegli odiosi che hanno capito tutto? Oltretutto pare arriveranno altri due film da questa saga, quindi non posso rimanere indietro. E c’è il fascino delle fazioni, vuoi mettere una cena con i Pacifici, sempre felici? Quale sarà il loro segreto? Una fumatina di roba buona dopo il dolce? E una partita a trivial con gli Eruditi in squadra? Oppure potrei clamorosamente essere divergent, non farmi inoculare la passione per questo tipo di fantasy e approfittare della formidabile occasione per non andare a vedere questo film liberandomi dal franchise.
UNA NUOVA AMICA
Ad un film di Ozon si mette la bomba a prescindere (e non fate delle facili ironie). Chi mi conosce sa della mia insana passione per il cinema francese e del viscerale amore per Ozon per cui non posso che essere clamorosamente di parte. Sia merito a officine Ubu per la sfida di averlo distribuito. Ozon non è che sia un regista per cui fai la coda al cinema ma penso che sia stato scoperto ultimamente anche da un pubblico più vasto. “Giovane e bella” e soprattutto “Nella casa” e ho detto tutto. Ma recuperate anche “Sotto la sabbia”, “Il tempo che resta”, quel film folle che è “Ricky” e quella delizia comica che è “Potiche”. Se c’è un regista che sa capire le donne, raccontarne passioni e pulsioni facendone Cinema è Ozon, come carrella lui nessuno. Vedetelo, vediamolo, nonostante l’irricevibile doppiaggio.
LATIN LOVER
Fare uscire Latin Lover il giorno della festa del papà è un’idea straordinaria. Ed è l’unica idea di questo film di Cristina Comencini che mi soffoca da quanta polvere lo ricopre. Visto che qui sono autorizzato ad avere pregiudizi, almeno uno lo spendo per questo film. Quando penso alla coralità femminile della Comencini mi lavo subito lo sguardo con la coralità femminile di Monicelli. Latin Lover è per le nostre mamme in libera uscita che “oh, quanto è ancora bella Virna Lisi”. Era bella, Virna Lisi e preferisco ricordarla senza andare a vederla in Latin Lover.
FINO A QUI TUTTO BENE
Ci sono anni che non si dimenticano mai e anni che invece vorresti dimenticare, come film che vorresti non avere mai visto. Il regista Roan Johnson è pisano e forse meglio un pisano in casa che un Pieraccioni all’uscio. Negli anni di studente non ho mai vissuto con dei coinquilini anche se mi sarebbe molto piaciuto (e ci ho scritto anche un raccontino spinto, ma questa è un’altra storia, presto in ebook. No, non è vero, certe cose non si pubblicano). Sono un po’ diffidente ma anche inattendibile quando si tratta di feste studentesche, che ne sarà di noi, che si fa ora? Vedendo gli attori nel trailer ci si fa però un’idea precisa sullo stato dell’università italiana, 30enni ancora parcheggiati in aula. Apprezzo l’idea del film fatto in casa e gratis da tutti, la libertà di girare come si vuole senza il fiato di un produttore sul collo, ma la cucina casalinga non è sempre meglio del ristorante.
LA SOLITA COMMEDIA – INFERNO
Piuttosto che vivere l’inferno in sala preferisco il purgatorio della mia cameretta al posto di vedere un film che oltretutto mi comunica di essere “la solita commedia” (lo so, comprendo anche io l’ironia). Sono i film dell’inganno quelli che guardi il trailer e dici: figata!, che ridere! adoro! e poi, in sala, popcorn tra le gambe, mano sulla coscia del tuo compagno di visione, bocca larga pronta ad aprirsi in fragorose risate, realizzi che era tutto lì, nel trailer, montato benissimo quanto il film non lo sarà mai. Le cose rapide a volte (solo a volte eh) sono meglio di quelle lunghe. Biggio e Mandelli, regalatemi tanti altri trailer, li vedrò sempre volentieri.
LA PRIMA VOLTA DI MIA FIGLIA
Ed ecco il regalo che tutti i papà stavano aspettando nel giorno della loro festa, la perdita della verginità della loro figlia 15enne. Ma che fresca e nuova la commedia sul padre che non sa che fare di fronte alla figlia pronta per sentirsi donna. Non so perché ma mi è venuto in mente Richard Dreyfuss che insegue Nick Nolte urlando “Ti sei fatto la mia bambinaaa” in “Su e giù per Beverly Hills”. Erano gli anni ’80. Il trailer sembra uscito da Raiuno, rete che accoglierà il film a braccia aperte per darsi una rinfrescata. E se va bene una serie tv non ce la leva nessuno. Rossi fa sentire che ha studiato recitazione e si applica calcando la mano in modo così scoperto da togliersi di dosso ogni credibilità.
VERGINE GIURATA
Che vuoi dire a una come Alba Rohrwacher dopo che sei riuscito a pronunciare correttamente il suo cognome? Qualcosa le direi anche, dopo avere capito che dice lei in questo film dove biascica e cammina curva e pensosa, in un paesaggio che metterebbe la depressione anche al più insistente degli ottimisti. Il cinema italiano è passato da due camere e cucina e due paesaggi incolti e qualche bestia, preferibilmente ovini. Un film dall’angoscia programmatica e dall’ideologia imposta, non ce la faccio. Vergine giurata però è un titolo stupendo per una commedia, sono già al lavoro sul copione che offrirò ad Alba, che ha bisogno di un ruolo più leggero. Per una volta.
N-CAPACE (PENSATORE)
N-capace, titolo pericolosissimo se sei di Roma. Ed è a Roma e dintorni che si aggira la regista e protagonista come un’anima in pena interrogante. E pare che a volte si trascini dietro anche un letto, cosa assai scomoda specie se sei sul raccordo anulare. Il film ha convinto pubblico e critica e questo mi rende automaticamente diffidente, sopratutto verso frasi come “ha convinto pubblico e critica”. Credo nella forza dell’immagine ma occorre maneggiare con cautela. Leggo che la regista ha definito l’opera “pezzi di vita”, io come Hitchcock preferisco un cinema che sia “pezzi di torta”.
BEKAS
Chiude la rassegna il film curdo, come dicono nei festival. L’opera è del 2012 ma finalmente è approdata in gommone fino a qui. Capisco i due bambini soli al mondo che prendono con loro un mulo e lo chiamano Michael Jackson, anche io ho pensato spesso di prendere uno stallone e chiamarlo Charlie Hunnam. Purtroppo sono fiabe, non solide realtà. I due bimbetti sognano di arrivare in America a dorso di mulo e che Superman salvi la loro terra da Saddam (siamo nel 1990 e dintorni). Beh, gli americani poi sono arrivati.