Ciao, sono kekkoz e fin qui ci eravamo capiti. L’autore dei pregiudizi di questa settimana, invece, è una giovane ganzissima: si chiama Marta e forse vi ricorderete di lei perché è una delle fondatrici di un sito altrettanto ganzo chiamato Soft Revolution che dovete aprire ORA. Se volete leggerla, Marta scrive anche in un sacco di altri posti. E da oggi scrive pure qui, per vostra fortuna.
EDGE OF TOMORROW
Questo film è Il Giorno Della Marmotta senza animaletti carini e Bill Murray, ma con le mega-esplosioni e sua maestà Emily Blunt.
Edge Of Tomorrow è tratto da un romanzo di fantascienza giapponese di grande successo. Ultimamente con la fantascienza giapponese a Hollywood sta andando tutto alla grande, quindi è un buon punto di partenza. Purtroppo, in questo caso, l’abilissimo soldato protagonista che #vivemuoreripete tentando di sconfiggere gli alieni viene interpretato dallo schiaccianoci sparatutto Tom Cruise.
Uno pensa: cosa potrebbe andare storto? Emily Blunt, i giapponesi, gli alieni, i bazooka, Tom Cr– TOM CRUISE?! Io vi dico solo che l’ultimo film con Tom Cruise che non mi ha fatto schifo è stato Rock Of Ages. Quell’uomo ormai ha meno carisma della marmotta. In compenso, il personaggio di Emily Blunt continua a fare faccette alla “bitch, please” e sparargli in testa.
Secondo me sarà una figata, basta che non si scopra che è parte della space opera.
MALEFICENT
C’era una volta la Disney, che nonostante tutte le storie nuove che ci sono da raccontare era affezionata alle solite tre e voleva tritarle e ritritarle come Gordon Ramsay con il prezzemolo. Dall’altra parte di Hollywood, c’era Angelina Jolie offesissima perché sia Charlize Theron che Julia Roberts avevano interpretato una cattiva delle fiabe prima di lei (la stessa, peraltro).
Un tocco di magia ed ecco Maleficent, cioè LA NOIA. I trentamila trailer usciti negli ultimi mesi ci rivelano che non hanno neanche fatto lo sforzo di inventarsi set e costumi, ripresi pari pari dal film animato. Hanno incollato un paio di zigomi da Lady Gaga in faccia ad Angelina, assunto Elle Fanning a fare la parte della babbionissima Aurora, infilato un paio di alberi picchiatori e via. Dai, che ormai il CGI lo san fare tutti. Inventatevi qualcosa di nuovo.
DOM HEMINGWAY
Al criminale e ex detenuto Dom Hemingway piacciono i soldi e le tette. Siccome è un idiota, per via delle tette rimane senza soldi. Ah, sua figlia è Emilia “Kahleesi” Clarke, madre dei draghi, e sappiamo com’era finita per i suoi, di parenti.
A me gli inglesi crassi e maleducati stanno antipatici, in più a far ridere facendo battute sullo scopare son capaci tutti, quindi la mia parte preferita del film è il babbuino nel poster e ciao. Neeeeext.
PANE E BURLESQUE
A dispetto del nome, in questo film nessun fornaio rimane in bottega tutta la notte a guardare il film con Cher e Christina Aguilera. Nessuna burlesque diva include delle baguette nel suo spettacolo. Nessuno inventa una crema spalmabile afrodisiaca e la chiama “Burlesque” perché è come spalmare sesso sulla fetta biscottata.
Invece, la peggio poraccia che dovrebbe essere la regina del burlesque italiano insegna a Laura Chiatti e socie ad essere dive sexy.
Mi immagino Dita Von Teese sdraiata in divano che vede il titolo del film su Youtube, pensa “dai, vediamo cosa fanno questi italiani, così spiritosi!” e poi si strappa gli occhi con le sue unghie affilatissime.
BOLOGNA 2 AGOSTO… I GIORNI DELLA COLLERA
“I terroristi sono l’ultimo anello di un’insana catena che tiene unita la massoneria, la criminalità organizzata e i servizi segreti”
E LA KASTA???!!!
Quando in Italia vengono prodotti film di merda su eventi per niente divertenti – e negli ultimi anni ne abbiamo visti parecchi – io vorrei trattenermi, ma non ci riesco. Questo è il film italiano da deridere della settimana, soprattutto grazie a Marika Frassino e la sua mitraglietta.
Bologna… dimostra la sua gnorrranza subito, piazzando dei puntini di sospensione a caso nel titolo, e procede montando un trailer con gli errori di battitura. Se non si impegnano loro, perché dovremmo impegnarci noi?
GOOOL!
Amadeo è un bamboccione e non avrà mai un futuro “se non smette di giocare a biliardino”; gli omini del biliardino, offesi, prendono vita per aiutarlo a sconfiggere il bullo della situazione.
L’animazione è graziosissima e i giocatori del biliardino sono buffissimi. Il cattivo sembra appena uscito da Tron, con tanto di scooter volante e completino aderente.
Il film potrebbe essere una grande menata, ma il regista Juan José Campanella è – wait for it – lo stesso che ha vinto un Oscar nel 2010 con Il segreto dei suoi occhi. Questa svolta di carriera è così random che non possiamo non dare una possibilità a Goool!.
GIRAFFADA
A sorpresa, questo non è un film su un’esotica sopressata di giraffa. “Che giraffada!” non è neanche un termine desueto per dire “che minchiata!” in dialetto della bassa lombarda.
Invece no. “Giraffada” è un portmanteau di “giraffa” e “intifada”. Davvero. Avete presente come Matt Damon usasse gli animali per risolvere i suoi conflitti interiori in We Bought A Zoo? Giraffada usa le giraffe per esaminare il conflitto Israele/Palestina.
La giraffa maschio nell’ultimo zoo rimasto in Palestina muore durante un bombardamento. La giraffa femmina si sta lasciando morire. “L’unica soluzione è che mi mandiate una giraffa maschio e che me la mandiate adesso!” urla il veterinario. Ce la faranno i nostri eroi – il veterinario, suo figlio e la Buona Giornalista Bianca – a salvare la giraffa?
Se questo film fosse italiano, sapreste già come classificarlo.
SONG OF SILENCE
Famiglia Cinese Disadattata Ha Problemi Relazionali. Inoltre: zii picchiatori, chiappe al vento, schiaffoni, oggetti distrutti e negative space a palate. Non vi dico che è brutto perché non lo so, però andate a vederlo voi e poi mi fate sapere.
IN ORDINE DI SPARIZIONE
Sparandola un po’ grossa, questo sembra l’In Bruges della Norvegia.
Stellan Skarsgård, Dio della fertilità svedese e padre di tutti gli Skarsgård che abbiate mai visto in TV, interpreta lo spalaneve Nils, che vuole vendicare la morte del figlio e si trova impantanato nella guerra tra la gang norvegese e la gang serba. Per farlo, insegue la gente con lo spalaneve. Un film del genere si vende da solo, non servono neanche gli scandinavi dalle barbe soffici e i sorrisi smaglianti – che comunque ci sono, eh.
RESISTENZA NATURALE
Jonathan Nossiter è un cagacazzi che nel 2004 ha fatto un documentario sul vino nominato alla Palma d’Oro, perché sai, lui è un sommelier. Questo è un documentario sulla produzione agricola italiana, le cui premesse sono: 1) Chi sono gli italiani che salveranno l’Italia? 2) “Ma cos’è l’Italia senza il passato?”.
Per me questo film, pur trattando un argomento interessante, appartiene alle stesse persone che hanno coniato il termine “Chiantishire” e che pensano che qui sia tutto vino e formaggio, italiano pizza spaghetti mandolino mamma. Ma valà, valà, Jonathan Nossiter, va dar via i ciap.