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Nei cinema dal 2 ottobre 2014

Ciao sono kekkoz e sono veramente felice di introdurre l’autrice dei pregiudizi di questa settimana, perché oltre a essere una firma stimata del web da quando voi eravate alti così, è anche una carissima amica del sottoscritto. Si chiama Marina Pierri, ma i più anzianotti di voi la ricorderanno ancora come “MarinaP”, quando metteva i dischi al Covo di Bologna e scriveva sul suo blog. Nostalgia! Oggi potete trovare Marina nelle pagine di Rolling Stone e su Wired. Datele il benvenuto. Ciao, Marina Pierri!

annabelle boxtrolls fratelliunici

ANNABELLE

A chi è che non fanno paura le bambole indemoniate? Ve lo dico io: A NESSUNO! A me, poi, non ne parliamo neanche. Il film, negli scorsi giorni, ha avuto un tam tam niente male negli Stati Uniti, eppure le prime critiche venute fuori parlano di delusione. La storia è, come spesso accade, un polpettone di topos rosemarysbabyeschi sulla gravidanza, Satana e il sangue maledetto che impregna il giocattolo che, peraltro, non è per nulla inquietante. La cosa che fa ridere, infatti, è la seguente: ma tu, marito che vuoi omaggiare tua moglie al nono mese con una bambola (che già è strano), seriamente gliene compri una cessa, con vestito bianco e burgundy palesemente portasfiga e faccia che pare uscita dall’incubo che ebbe Geppetto quando andò a dormire subito dopo aver mangiato le uova scadute? Marito, tu tua moglie segretamente la odi. Infatti questo è chiaramente un film sugli uomini che non sanno fare i regali.

BOXTROLLS

A un primo sguardo, il nuovo film in claymation della Laika è meno intrigante sia di Coraline (che ai tempi mi terrorizzò e affascinò) che di Paranorman (che mi fece tanto piangere), ma questo non vuol dire che non sia bello. Anzi. Sembra molto tenero, basato com’è su dei mostriciattoli carini che vivono nelle fogne – e, come se non bastasse, dentro dei cartoni – e sul bambino umano che s’è trovato tra loro come un Mowgli poverello convinto d’essere in famiglia. Ovviamente c’è un cattivone che minaccia il futuro delle pacifiche creature; ovviamente c’è tanto amore. C’è anche un voice cast niente male per davvero, che conta Elle Fanning, Ben Kingsley, Nick Frost, Simon Pegg, Tracy Morgan e tanti altri. Boh, io vado a vederlo, o almeno lo recupero quando arriva online.

 FRATELLI UNICI

Va bene tutto, però qui ci sono due attori bonissimi. Luca Argentero è veramente un figo; Raul Bova è un po’ meno figo, ma va bene uguale. In questa pellicola indubbiamente nobilitata – oltre che dai manzi – dalla presenza della sempre brava Carolina Crescentini, Bova è un Forrest Gump che ha perso la memoria e non si ricorda più una fava, specie “cos’è l’amore” (ah ah ah ah ah ah ah ah). Comunque la sua recitazione da Actors Studio che ricalca un po’ Rain Man secondo me spacca.

trattativa medianeras perez

LA TRATTATIVA

CHE COS’È LA TRATTATIVA STATO-MAFIA? È QUELLO CHE CI HANNO DETTO I MAFIOSI? O QUELLO CHE CI HANNO DETTO I POLITICI? Sì, tutto in maiuscolo per dare fastidio a te, lettore, e – siccome si tratta esattamente delle prime frasi sparate nel trailer – a me, spettatore. La Guzzanti potrebbe averti deluso da un pezzo, oppure potresti aver conservato la stima che tenevi un tempo nei suoi confronti: dal tuo approccio a tale questione verrà automatico il tuo approccio a questo film sociale dove una serie di attori ricreano alcuni momenti salienti della storia del nostro paese. Ti sei addormentato leggendo questo paragrafo? Anche io a scriverlo.

PEREZ

Questo film è confezionato per i fan di Zingaretti/Montalbano (chiaramente un’unica entità) che lo vogliono rivedere nei panni dell’uomo che vive sulla base di una scala di valori confezionata ad hoc al di sopra delle regole, grazie a una propria forte moralità mista a mancanza di scrupoli e blablablabla. Dunque è confezionato anche per me che Montalbano lo adoro. Dunque la mia oggettività traballa. Detto questo potrebbe non essere brutto, perché lui è bravo e poi perché… Ecco, ve l’ho detto che la mia oggettività traballa. È probabilmente una cagata pazzesca. Non datemi retta.

MEDIANERAS

È un film del 2011 e racconta di solitudini/ammori al tempo dell’Internet. Questo l’ho letto, perché dal trailer non ho capito assolutamente nulla. Mi sembra che sia una di quelle pellicole elegiache e sognanti, da qualche parte è scritto anche che fonde sentimenti e architettura. Non gli do subito la pecora perché potrebbe effettivamente essere, come si dice nei circoli bene, “una gioia per gli occhi”. Magari è la vostra tazza di qualcosa. Io preferisco i robot giganti.

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SIN CITY: A DAME TO KILL FOR

Ammetto di non essere una grande fan della saga Sin City, nel senso che anche il primo (bello e tutto eh, ma) non mi aveva fatto impazzire. Ho un rapporto problematico con Frank Miller da quando ho visto The Spirit e mi spiace dire che per quel che ho letto in giro/visto finora questo sequel, forse, non si discosta molto dalla voluttà estetica di quella merdaccia che ho avuto la disgrazia di vedere una volta al cinema. Se però andate a guardarlo e vi piace fatemelo sapere, ché sono pronta a ricredermi. Concludo dicendo che uno degli aspetti presumibilmente migliori della pellicola potrebbe essere Eva Green.

TAKE FIVE

Quando I soliti ignoti e le Iene si incontrano a Gomorra: l’ha scritto il bravo Boris Sollazzo e non c’è ragione per non dargli retta. Gomorra non l’ho ancora visto ma ne ho una vaga idea e comunque questo film, presentato al Festival di Roma (non che sia chissà quale referenza, ma comunque) non sembra male. Non gli do la bomba perché sono scettica e rompicazzo, ma il regista Guido Lombardi ha anche vinto un Leone del Futuro a Venezia.

UNA PROMESSA

Oh, lo sapete chi c’è in questo film di Patrice Leconte uscito nel 2013? ROBB STARK! Sì, proprio lui. È sempre bello vedere un attore di Game of Thrones recitare non in costume. Anzi, è sempre bello vedere un attore di Game of Thrones in genere. Sul grande schermo, sul piccolo schermo, in foto, in salumeria… In questo film che la critica, per lo più, ha definito veramente floscio c’è anche la bella-e-brava Rebecca Hall, che nulla può (un po’ come Robb) contro un film che dovrebbe essere una sorta di L’età dell’innocenza per il regista francese e invece pare sia una palla. A vostro rischio e pericolo.