Ciao sono kekkoz e come vuole il rito sono qui a presentarvi con orgoglio l’autore di questa settimana. Si chiama Lorenzo ed è un cervello in fuga: è pisano, ma vive in Irlanda. Non ci siamo mai incontrati di persona, ma il nostro condiviso amore per Buffy non conosce confini. Se volete, potete incrociare i flussi con lui sugli interwebs: lo trovate su Twitter come Larry Cross ma pure su Letterboxd.
JOHN WICK
Un ex sicario sbrocca a seguito dell’uccisione del suo cane e torna a spaccare i culi (con mani, fucili e bombe) a tutti i bastardi che incrociano la sua strada. “Non provocarlo”, te lo dice anche la locandina. Sembrerebbe tutta una cosa già vista, se non fosse che l’ex sicario in questione è nientepopodimenoche un super cazzutissimo Keanu Reeves, che non era così in forma dai tempi di Matrix. Mi sembra di capire che sia arrivato il momento di lasciarsi definitivamente alle spalle il “sad Keanu”, perché come lo stesso Keanu recita nel trailer “YEAH, I AM THINKING I AM BACK!”. E io gli credo! Ma dico, avete visto che stile che ha nella locandina? Questo è il Keanu che tutti vogliamo e che tutti ci meritiamo. Un Keanu che rende fighetta persino il Ryan Gosling di Drive! Ah, nel caso vi servisse un’ulteriore ragione per catapultarvi in sala, lasciatemi sottolineare il fatto che uno dei bastardi è quella gran figliola di Adrianne Palicki, la Tyra di Friday Night Lights (aka la serie tv più grandiosa di sempre dopo Buffy) e la Bobbi di Agents of SHIELD.
Fun fact: io abito a Dublino e quindi i film me li vedo quasi sempre prima di tutti voi (gnè gnè gnè), ma a questo giro mi tocca aspettare fino al 10 Aprile e un po’ vi odio.
STILL ALICE
Di questo film mi erano rimaste in testa solo due cose: Alzheimer e Kristen Stewart. Il “pensatore” mi sembrava d’obbligo perché in genere tendo ad avere riserve sulle storie di malattie molto tristi e paurose e ovviamente tendo e tenderò sempre ad avere riserve sulla Stewart (ho già cambiato opinione su Pattinson e facciamo che sono a posto così).
Poi ho visto il trailer e BOMBA! Mi sono ricordato che: c’è Alec Baldwin a cui voglio sempre bene, c’è Julianne Moore in stato di grazia e poi c’è il dramma serio. Il dramma che amo, perché mi devasta e mi terrorizza. Il dramma dei lacrimoni a fiumi, senza (o con poca) retorica spicciola. Il dramma che sicuramente mi vado a vedere da solo al cinema, seduto nell’ombra dell’ultima fila con il mio pacchetto di fazzoletti perché boys don’t cry. Insomma, mi si permettano gli hashtag #PIANGERONI e #LAGRIME.
DIFRET – IL CORAGGIO PER CAMBIARE
Presentato da Angelina Jolie: storia vera di una quattordicenne etiope che non essendo stata adottata dalla Jolie, viene rapita dal suo aspirante futuro sposo. Lei non ci sta e lo uccide. SPOILER: va nei casini.
Siamo nel territorio del possibile polpettone di critica sociale: l’Etiopia, le tradizioni e il coraggio per cambiare. Poi magari è anche un bel polpettone eh, ma io direi che questa settimana possiamo tutti destinare i nostri lacrimoni (#LAGRIME) a “Still Alice” e questo ce lo recuperiamo con calma in una piovosa domenica nel prossimo futuro.
IL NOME DEL FIGLIO
Adattamento italiano di una piece francese, con molta gente in gamba (nella versione italiana almeno, quella francese non ci tengo a controllarla, grazie). La storia è semplice: una cena tra vecchi amici con vite diverse va in vacca quando uno di loro confessa il nome che vorrebbe dare a suo figlio. Selling point: il figlio è nella pancia di Micaela “ALLORA TWITTAMI STO CAZZO” Ramazzotti.
Mi sento di dargli fiducia e se fa schifo incolpo la presenza di Micaela, che sarebbe capace di farmi vedere la peggior fiction della Rai.
SEI MAI STATA SULLA LUNA?
Io no, ma so che se ci fossi stato potrei confermare senza ombra di dubbio che il mondo visto dallo spazio è solo un’illusione, un punto poco fermo in preda alla sua rotazione ed è il sogno di un illuso che non si è più risvegliato. Ma quanto è bello questo pezzo dei Delta V? Troppo. Tornando a noi, come direbbe Simona Ventura “per me è NO!”. I primi secondi del trailer fanno pensare a un film ispirato a quel capolavoro di The Lady di Lori Del Santo, ma purtroppo è solo un’illusione: questo film è il cosiddetto film italiano da deridere della settimana. E finalmente posso scriverlo anche io: film italiano da deridere della settimana! Son soddisfazioni.
Ritornando a noi: a me che mi frega della storia di una ricca biondona di successo, un po’ milanese imbruttita, che eredita una masseria e si ritrova in uno sperduto paesino nella profonda Puglia a gestire galline e mucche e a innamorarsi di un fattore e a vivere felice e contenta perché i soldi non fanno la felicità? Esatto, NULLA.
E su YouTube si trovano video decisamente migliori di galline che attaccano la gente. Thug life.
PICCOLI COSI’
Documentario sui bambini nati prematuri e quindi piccoli così come indica quel bimbo nella locandina, anche se PICCOLI è scritto in caratteri grandi immagino perché ogni bambino piccolo piccolo è comunque GRANDE a mamma soja.
Vi confesso che mettere la pecora nera a questo documentario mi fa sentire un po’ un brutto essere umano, ma io di bambini piccoli ne vedo già a bizzeffe sul newsfeed di Facebook e diciamo che sono anche a posto così.
E poi non ho proprio tempo per districare quel fiume di sensazioni. Capitemi.
MATEO
Nel 2014, Mateo con una T ha vinto il premio “migliore opera prima ibero-americana” al Miami International Film Festival (questo è il momento in cui cerco di far finta di sapere di cosa sto parlando). Mateo mi sembra un tipico drammone sociale, ma il fatto che nel trailer nessuno parli e il fatto che non mi sia venuta voglia di cercare ulteriori informazioni mi rende difficile fornire ulteriori dettagli sul film.
In ogni caso, nella settimana di John Wick, mi spiegate che cavolo ci frega a noi di Mateo con una T e dei suoi drammi?
MINUSCULE – LA VALLE DELLE FORMICHE PERDUTE
Un film di animazione belga (e non Pixar!) che racconta le avvincenti avventure di alcune formiche nere che fanno amicizia con una piccola coccinella e lottano con delle formiche rosse per la conquista di una fantomatica scatola con dentro alcune zollette di zucchero. Nel trailer la piccola coccinella fa una grande scoreggia che stende le formiche nere amiche. LOL.
Questo è un film che io non vedrei nemmeno sotto tortura, piuttosto mi farei strappare tutte le unghie delle mani e dei piedi. Voi uomini e donne con prole di bambini non più piccoli così (creo un po’ di continuity tra un pregiudizio e l’altro) forse sarete costretti a sorbirvi questa roba. Come si dice a Livorno (merda), vi c’ho ner cuore, ma vi vò ner culo.
BANANA (dal 15 gennaio)
Questa potrebbe essere davvero una valida commedia italiana con protagonisti alcuni ragazzini che vengono descritti e caratterizzati con tutte le loro complessità di ragazzini e in tutta la loro umanità da ragazzini, bella o brutta che sia. E mi si perdoni la provocazione: ho la sensazione che questo film potrebbe essere tutto quello che “Il ragazzo invisibile” di Salvatores, ahimè, non è stato, ovvero un film in cui i ragazzini vengono raccontati con gli occhi dei ragazzini e non descritti attraverso il filtro paternalistico dell’adulto di turno. Ma quante volte ho utilizzato la parola “ragazzini”? Sei.
Comunque, io qui ci piazzo un pensatore, mando avanti voi e aspetto di saperne di più. Tanto il film non arriverà mai qui a Dublino e prima che esca in dvd e che lo possa vedere me ne sarò già dimenticato. Quindi se poi mi sono sbagliato e il film è una robaccia terribile, pace. Sì, sono un paraculo.