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Nei cinema dal 2 aprile 2015

Ciao sono kekkoz e voglio dire una roba: se avete aperto l’Internet dieci minuti nella vostra vita e non conoscete l’autrice dei pregiudizi di questa settimana, mi sa che è un problema vostro.

Lei si chiama Giulia Blasi e ha fatto certamente molte più cose di voi: i blog, i libri, la televisione, la radio, eccetera eccetera. Cos’altro volete sapere? È molto simpatica, molto alta, e molto brava.

E questi sono i suoi pregiudizi.

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INTO THE WOODS

È un musical, ragazzi. Questo significa che bisogna partire da un dato di fatto: che molte scene sono cantate. Non recitate, proprio cantate in quel modo enfatico che nei musical serve a sostituire la narrazione. Se questa cosa vi piace, Into the Woods potrebbe essere pure il film della vostra vita: il film in cui tutti i personaggi delle fiabe più celebri si incontrano e mandano tutto a schifìo. C’è Meryl. Purtroppo c’è anche Anna Kendrick, che piace a tutti tranne che a me, ma non mi sento di dare una pecora perché non si danno le pecore ai film tratti da musical di culto. Quindi ecco: un pensatore.

FAST & FURIOUS 7

Vorrei essere equanime – giuro – in quanto estimatrice de I 400 calci. Ma questa roba di gente che fanno i chioppi con le macchine mi è sempre interessata all’incirca come… urgh… no, niente. Non me n’è mai interessato niente. È gente che fa i chioppi con le macchine. Purtroppo uno di loro l’ha fatto per davvero, il chioppo con la macchina, e c’è rimasto: credo che quest’ultimo capitolo della saga gli sia dedicato. Andate a vederlo se vi piacciono le macchine, i chioppi, Vin Diesel o The Rock. O siete uno della redazione de I 400 calci.

WILD

Chissà perché agli americani a un certo punto gli piglia ‘sta cosa che devono mollare tutto e vivere all’avventura. Che sia un’avventura per giovani sociopatici come Into the Wild (in cui si mangia la bacca sbagliata e si muore soli come pirla in mezzo alla neve) o un’avventura persignora come Mangia prega ama (in cui si mangia molto gelato e molta lasagna e in generale si mangia molto), l’ammerigano a un certo punto deve tornare alle sue origini di pioniere. Questo film, che come gli altri citati è tratto da una storia vera, è stato candidato a taluni Oscar e la protagonista è Reese Witherspoon, che è una brava. In questo film, lei se ne va a piedi affanculo (come dice uno che conosco bene) per elaborare una serie di traumi gravissimi. Gli do una bomba sulla fiducia, e anche perché mi sembra di capire che nessuno mangia niente di troppo buono o troppo letale.

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LA SCELTA

Un trailer in controtendenza: invece di raccontarti tutto il film – com’è ormai d’uso oggi – non ti fa capire niente, sicché per avere un’idea di cosa racconti questo film bisogna fare un po’ di ricerche su Google. Dalle quali ho concluso che è liberamente ispirato a un testo teatrale di Pirandello e che parla di una coppia che si trova ad affrontare una gravidanza frutto di una violenza. Ambra col tuppo e la riga in mezzo fa tantissimo sfilata di Dolce & Gabbana (chissà cosa ne direbbero, di questa gravidanza da stupro tutta bio e organica e per niente sintetica) e boh, mi verrebbe da dargli una pecora ma mi sembra di esagerare col pregiudizio.

TEMPO INSTABILE CON PROBABILI SCHIARITE

Premesso che Lillo che fa il Doppio Anagni è una delle cose che mi hanno fatto più ridere degli ultimi anni, l’unica commedia italiana che ho visto ultimamente e che mi abbia fatto ridere (pur con una serie di limiti) è Smetto quando voglio. Qui devo essere onesta: me lo andrei a vedere al cinema? No. Me lo guarderei su Sky se passasse in un pomeriggio in cui non ho niente da fare? Probabilmente no.

SOLDATO SEMPLICE

A vedere il manifesto ho pensato: PECORA GROSSA COSÌ. Un patacca al fronte? Ma davvero? Però sono una scrupolosa, e quindi sono andata a vedermi il trailer e l’idea è divertente, con quella giusta mistura di dolce e amaro che può anche funzionare, al netto di una certa recitazione all’italiana tutta enfasi e sfiati e delle solite macchiette regionali. Il buddy movie sulla guerra mondiale in Italia non si fa da un pezzettone, mi pare: se riesce ad avere anche un impianto narrativo, oltre che una serie di situazioni divertenti, potrebbe darci delle soddisfazioni. Mi sembra anche che abbia una regia e una fotografia fatte bene. Gli do un pensatore.

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THIRD PERSON

Eeeeeeeeh, è Paul Haggis. Eeeeeeeeh, c’è Mila Kunis. Eeeeeeeeh, c’è James Franco. Eeeeeeeeh, c’è Liam Neeson. Alcune di queste cose sono buone, altre cattive. È un film corale (cosa che a volte è un bene, a volte un male) che parla per lo più di bianchi ragionevolmente benestanti.

SECOND CHANCE

Premesso che io Nikolaj Coster-Waldau lo guarderei anche leggere l’elenco del telefono, Second Chance sembra una discreta bombetta. I paesi del nord come la Danimarca sono perfetti per ambientarci i film cupi, e anche le commedie (sto pensando a Italiano per principianti) sono un po’ tristi, un po’ più opachi, un po’ più simili alla vita vera. Questo a occhio e croce non è un film Dogme, perché i film Dogme hanno scassato la minchia pure a Von Trier, ma è comunque un thriller danese. Quindi ci fa brutto tempo, piove, la gente è un po’ più ruvida che nei film americani, c’è una storia interessante che gira intorno a un neonato, insomma, sì, bomba.