L’autore dei pregiudizi di questa settimana e io abbiamo una lunga storia alle spalle ma tutto torna al fatto che io mi faccio chiamare kekkoz e lui si fa chiamare kekko senza la z. Questo ha causato, nel tempo, tanti buffi fraintendimenti (gente che scambia uno per l’altro, check) ma ha anche cementato il nostro affettuoso rapporto, nonostante non siamo d’accordo su tipo niente, mai.
Sì, vengo al dunque: l’autore dei pregiudizi di oggi è Francesco Farabegoli, alias disappunto, fondatore di Bastonate e di trecento altri siti e blog, nonché firma di altri trecento siti e blog, una delle voci più originali e prolifiche del web italiano, ma mica solo del web. Un pezzo grosso.
Nota per i rispettivi biografi: in privato, Francesco e io ci diamo del “Franci”.
“Di Corleone ma oneste, tre studentesse fuorisede, durante una lite furibonda con un dingo, inavvertitamente bruciano un borsone con un milione di euro.” La trama è presa da Movieplayer. Su Mymovies c’è anche un occhiello: “Un film che va contro i luoghi comuni”. Giuro su dio. OK, il dingo l’ho aggiunto io per farvi ansimare, ma, come dire, di Corleone ma oneste. DI CORLEONE MA ONESTE. Non pensate male di queste tre solo perché sono siciliane: in realtà sono persone squisite e – dati alla mano – nessuna delle tre si chiama Concetta o Assunta. Il film: RAGAZZE A MANO ARMATA, del grandissimo Fabio Segatori, chiunque sia. Vorrei davvero fiondarmi al cinema per vedere com’è sviluppato il tema dell’onestà all’inizio del film. Una delle tre sta compilando il 730 e chiede all’altra a chi ha donato il 5 per mille. Lei risponde Libera. Parte lo spot in TV, entra nella stanza un dingo furioso e nel casino che segue una borsa con un milione di euro prende fuoco.
SYNECDOCHE NEW YORK è un film del 2008 scritto e diretto da Charlie Kaufman e mai uscito in Italia, probabilmente perché le grandiose prospettive d’incasso non avrebbero superato il tedio di subire i troll del titolo in italiano. Suppongo che saranno comunque in tantissimi, soprattutto nella mia barra di Facebook, a cagare il cazzo in merito a questo film, nonostante sia uscito con l’improbabile titolo originale invece che qualcosa di più sportivo, tipo Saponette a New York. Per non parlare di quelli del doppiaggio che si sbracciano a lamentarsi della fine ignominiosa di dieci o dodici battute originali reinterpretate da Pannofino o chi per lui, denunciando implicitamente che l’unico traguardo raggiunto dalla nostra generazione è imparare alla meno peggio una lingua straniera, per la quale abbiamo ancora quasi tutti bisogno almeno dei sottotitoli originali, e abbiamo pure il coraggio di menarcela, PERDENTI E MEZZESEGHE. Comunque è uno scandalo, non so bene cosa, forse che questo film debba essere reperito come tutti reperiamo correntemente i film. Io Saponette New York non l’ho visto, ma la gente continua a parlarmene più o meno come del più grande capolavoro mai realizzato nella storia dell’arte, e mi fido di loro perché non mi costa soldi. In ogni caso l’uscita nelle sale di Saponette a New York è – a memoria – il momento più Inception/Lost Highways della storia di questo blog, essendoci una recensione nel blog gemello del padrone di casa che dice “ne riparleremo quando il film esce in Italia e l’avete visto”, e ne sta riparlando una persona diversa nel blog-pregiudizio non avendolo visto.
A proposito de il più grande capolavoro mai realizzato nella storia dell’arte, oggi torna in sala PER UN PUGNO DI DOLLARI, e ci sono film su cui perfino io non ho voglia di fare il brillante. La cosa un po’ divertente è che il film torna in sala per via di un restauro a cura della Cineteca di Bologna, una versione che ha chiuso l’ultimo festival di Cannes. Su questo restauro s’è scagliata pesantemente la Ripley’s Film, che ha restaurato il film di sua sponte qualche anno fa, sindacando questioni tecniche e altri cazzi, portando la nuova versione di Per un pugno di dollari (il quale ricordiamo va mostrato ai vostri figli maschi all’età di cinque anni, per questioni di imprinting) a un livello di specificità nerd tra addetti ai lavori che (come ogni querelle di questo tipo) mi ha ricordato vagamente una discussione di 1300 post sul forum di Metal.it in merito alla canzone Another Life di tali Skylark, storico gruppo epic metal italiano, che forse conteneva una stecca nell’assolo di basso. Queste discussioni diventano noiose dopo il secondo ribattere e il primo che tira fuori le scale pentatoniche, poi continuano ad andare avanti e magicamente qualcuno tira fuori le madri dei musicisti e tutta la faccenda ri-diventa interessante. Storie mie. Dicevo, Per un pugno di dollari è davvero un film piuttosto carino e se non l’avete mai visto dovreste dargli un’occhiata.
UN INSOLITO NAUFRAGO NELL’INQUIETO MARE D’ORIENTE: qui la vendo come l’ho comprata su Movieplayer. “All’indomani di una tempesta, il pescatore palestinese Jafaar si ritrova per caso nella rete un maialino vietnamita ma onesto: dopo aver tentato di sbarazzarsi dell’insolito naufrago, l’uomo decide di ‘approfittare’ di quella pesca inaspettata, lanciandosi in una ingegnosa quanto rocambolesca iniziativa… Tra soldati e coloni, check-point e kamikaze, una commedia surreale che come una favola si apre alla speranza e alla pace.” Aggiungo due cose: la prima è che il film in inglese si chiama When Pigs Have Wings e suppongo sia stato wertmullerizzato per non far pensare a un remake di Porci con le ali. La seconda è che la prima volta invece che coloni ho letto coioni e così insomma questo film parla di un maiale che vola addosso a un gruppo di coioni. LE MATTE RISATE, altrove. Magari è il miglior film dai tempi di Per un pugno di dollari ma nel dubbio pecora.
Poi c’è THE DARK SIDE OF THE SUN, che è un film sui bambini con lo Xeroderma Pigmentosum. La Xeroderma Pigmentosum è una malattia genetica per cui devi stare al riparo dal sole, e sei costretto a vivere di notte. Per i bambini affetti da XP viene creato un posto che si chiama Camp Sundown dove i bambini vivono di notte e in cui il mondo diventa tutto speciale e notturno e magico. Non so tantissimo del film, eccetto che la parte animata è a cura di LRNZ. LRNZ di nome vero fa Lorenzo Ceccotti ed è un ex-Superamici, tra i disegnatori più bravi al mondo. È anche evocativo interessante e profondo, ma è soprattutto bravo. Vi spiego: io faccio disegnini sui fogli, sono anche abbastanza ossessionato da questa cosa, mi prendo ore che non ho per fare disegni e tutto il resto; ogni tanto mi prendo un minuto per contemplare quello che ho prodotto e penso “ma dai, questo è carino, quasi quasi ci sono, sto migliorando”. Poi mi faccio un giro su Youtube e LRNZ carica queste cose qui, schizzetti che fa al computer in un’ora. Ne ha pubblicati una trentina e ogni singola volta sono finito a piangere in un angolo buio come fossi affetto da Xeroderma Pigmentosum. Ecco, se siete di quelli che pensano che gli italiani sono artisticamente delle mezzeseghe credo che dovreste morire (in generale, non per via del fatto che non cagate la roba buona), ma in ogni caso la reissue de La Città Incantata esce la prossima settimana e per questa potete andare a farvi incantare tranquillamente dalle animazioni di LRNZ al cinema.
TUTTE CONTRO LUI è un film di Nick Cassavetes (il figlio di John, il cui apice come regista credo sia quella merda di Alpha Dog e il cui apice come attore è indiscutibilmente il momento in cui in Face/Off è sotto interrogatorio e dice a John Travolta “dimmi Sean, come sta il tuo figlio morto? Ahahahahahaha”). Parla di una che scopre di avere un moroso che in realtà è sposato con un’altra, e che ha pure una terza tresca. Una delle tre attrici è Cameron Diaz: avete mai notato che FA SCHIFO? Non si spiega.
MADEMOISELLE C è un film su Carine Roitfeld, ex direttrice del Vogue francese (ma non appassionato di formaggi). Secondo le mie fonti: “una di quelle che hanno fatto il giornalismo fashion negli anni in cui potevano governare il mondo”. Mi è capitato di scrivere per dei femminili, e capisco quali dinamiche ci siano in gioco, ma non ho mai avuto a che fare con una signora di polso in posizioni di super-potere del fashion planetario, manco Chiara Ferragni. Capisco, in ogni caso, che queste figure siano interessanti: il modo in cui il fashion definisce la nostra cultura, le dinamiche del potere nel momento in cui il potere è in mano a una donna e numerose fantasie sessuali su donne capaci che vestano a modo; ma io recentemente ho pensato che non avevo alcuna voglia di andare a vedere il film su JD SALINGER, adesso non è che posso sbracciarmi per il film su Carine Roitfeld.
PER NESSUNA BUONA RAGIONE invece è un documentario su Ralph Steadman realizzato lungo un arco di tempo di quindici anni. Ralph Steadman è una delle mie più grandi influenze forevah-and-evah, con Johnny Depp a narrare/intervistare il protagonista e un sacco di gente figa a comparsa. È assolutamente perdonabile il fatto che non abbiate mai sentito parlare di Ralph Steadman fino ad oggi. Ora fate conto che c’è un documentario su un letterista che si chiama Doyald Young, che ha passato tutta la vita a disegnare lettere belle-ma-tristi con la matita, apportare minuscole modifiche a font esistenti e indossare camicie, e per me è tra le migliori cose mai espresse dall’arte del documentario. Immaginate cosa me ne possa fregare di andare a vedere com’è stato recensito un film su Ralph Steadman, ecco. Ci vado come se fossi disegnato da Ralph Steadman. Andate a vederlo, se marca male vi vedete dei disegni che vi cambieranno la vita.
LA PIOGGIA CHE NON CADE parla di un gruppo folk romano (ma onesto) a cui a un certo punto viene proposto di fare non so che incontro per entrare nel giro grosso. Il gruppo è realmente esistente e si chiama IN>ERSO, ove il segno maggiore sta per V rovesciata e pietra tombale di qualsiasi buona intenzione legata alla musica di questo gruppo. Io in linea di principio sono uno di quei noiosi che si fanno di musica indipendente e oscura e mi sembra doveroso che la musica oscura rimanga tale anche e soprattutto alle mie orecchie. E nonostante questo molte persone, perlopiù più tristi e antipatiche di me, mi consigliano musica oscura e indipendente, e il fatto che non abbia mai sentito parlare di questi IN>ERSO (ove il segno maggiore sta per V) (ma onesti) mi puzza di MERDA DI CANE, e dei miei pregiudizi mi fido. La trama del film invece mi spinge a ricordare la gloriosa epopea di Roberto Angelini, che spacca l’underground realizzando GattoMatto e passa il resto della vita a chiedere scusa di averlo fatto con dischi di folk-rock intimista (volendo pure buoni) a cui cinematograficamente si accoppiano bene quei momenti di epifania stile concerti in qualche baraccio con la musica che sale e un sorriso che si stampa sul volto dell’artista. Scrosciano lacrime. Sapete qual è stata la mia peggior esperienza musical-cinematografica degli ultimi tre anni? Scoprire Thony dopo aver visto il film di Virzì. Quindi non ho davvero nulla contro questi IN>ERSO a parte quel cazzo di segno maggiore al posto della V, ma diocristo ho visto film su gente tipo Judas Priest o Doors o anche Bowie, Germs e Runaways e facevano tutti indistintamente CAGARE. No ok, quello su Bowie era bello, ma MI RIFIUTO comunque di andare a vedere un film su un gruppo di nome IN>ERSO. Piuttosto me ne faccio uno sui Four Seasons.
Taac. JERSEY BOYS. Clint Eastwood. Bomba. Ciao.
(no, a parte gli scherzi, non so come siamo messi qui a Clint Eastwood, ma sono anche io molto deluso da questo drammatica crisi creativa del Maestro: J. Edgar arriva ad un risicatissimo 9.3 in scala Pitchfork, e anche Hereafter non supera uno stentatissimo 9.6) (ma mi piace pensare che Francesco mi abbia assegnato questa settimana IN QUANTO esce il nuovo di Clint Eastwood) (per cui andremo tutti al cinema uniti e nella fotta, tipo i Vendicatori disegnati da Jack Kirby)