Ciao sono kekkoz. Avete passato una bella estate? Beh, è finita. Veniamo a noi.
Sono veramente felice di aprire la stagione con l’autore dei pregiudizi di questa settimana: è un cineblogger da tempi non sospetti (è uno dei fondatori di SecondaVisione, qui stiamo parlando del 2003 signori miei), è autore di milioni di articoli per riviste e siti ganzi, è ora il conduttore del programma più bello della radio italiana, ed è anche un tocco di ragazzo. Sì, è proprio Federico Bernocchi, anche se per molti di noi, svezzati tra i tetti di Bologna, sarà sempre Fede MC.
MUD
Ho fatto di tutto per arrivare a fare il mio episodio di Friday Prejudice nella settimana di uscita di Mud. Mi sono inventato dei lavori, ho fatto finta di essere in vacanza, non rispondevo al telefono, alle mail e neanche agli insistenti fax del padrone di casa. In realtà ero in camera mia a fissare il muro. Seduto in terra in un angolo, mi abbracciavo le gambe con le braccia e ripetevo come un pazzo: “fammifaremud, fammifaremud, fammifaremud”. Per cui eccomi alle prese con i pregiudizi su Mud. Ma… sorpresa delle sorprese! Io Mud l’ho già visto! Me l’ha portato un mio amico dall’Australia dove le cose accadono prima! Come il tema di maturità, che i ragazzi in Australia lo fanno prima di tutti e poi tutto il mondo lo viene a sapere e infatti arrivano tutti preparatissimi. L’ho già visto perché vado pazzo per Michael Shannon e quindi da un po’ di tempo a questa parte sto recuperando tutti i suoi film. Per cui, tra le altre cose, ho recuperato Shotgun Stories e Take Shelter, i film precedenti del regista di Mud, Jeff Nichols. E ho scoperto un grande, grandissimo regista. Un uomo sull’ottantina che passa la sua vita a raccontare piccole storie di provincia a inquadrare campi di grano, uccelli che volano in stormo e trattori parcheggiati male in campagna. No, scusate, sono andato a controllare: Jeff Nichols non ha 80 anni, ne ha solo 35. Ma li dimostra tutti. Mud è il suo terzo film ed è, a mio parere, uno dei più bei film dell’anno. Cioè, del 2012 nel resto del mondo, Australia compresa. Del 2014 per noi poverinos in Italia. C’è ancora Michael Shannon, ma qui non è più il protagonista (anche se ha una sequenza tutta sua dove è a torso nudo ma con una muta da sub). Al suo posto c’è l’attore preferito di Maria De Filippi: Matthew McConaughey! C’è anche Tye Sheridan, aka il bambino di Tree of Life e di Joe e Jacob Lofland che è un altro bambino bellissimo con in omaggio la maglia dei Fugazi. C’è Sam Shepard, Sarah Paulson e una rediviva Reese Witherspoon. C’è tanta America del Sud, tanto Mark Twain e anche un po’ di Joe R. Landsdale. Metti caso lo troviate in sala in lingua originale sentite anche l’accentazzo southern di Matthew che tanto ci piace.
LA RAGAZZA DEL DIPINTO
C’è questa amica di mia madre che mi sta molto antipatica. Legge solo noiosissimi libri storici. Guarda solo serie televisive pacco con della gente in costume che fa finta di avere un accento british anche se sono di Buccinasco. Quando va al cinema sceglie solo dei film che Daria Bignardi o Beppe Severgnini troverebbero “deliziosi” o “intelligenti”. Secondo me non vede l’ora di andare a vedere La Ragazza del Dipinto. A peggiorare la situazione la presenza di Matthew “ho rovinato un film di Park Chan Wook” Goode e di Emily “rovino tutti i film in cui recito” Watson.
UNDER THE SKIN
Jonathan Glazer è un regista di videoclip. Mi fa più anziano dire videoclip o video musicali? Comunque, Jonathan Glazer ha fatto i video dei Radiohead, dei Massive Attack e dei Blur. Video stupendi, che hanno lasciato il segno nel nostro immaginario di ragazzini che guardavano MTV tutto il giorno per poi crescere e dire “figurati, io MTV non l’ho mai guardata, a me piace solo il penk”. Poi Jonathan Glazer ha deciso di fare i film. Ha fatto Sexy Beast – L’Ultimo Colpo della Bestia, che non ho visto, e Birth – Io Sono Sean, che ho visto, ma che non avrei mai voluto vedere. C’era Nicole Kidman che si faceva fregare dall’orribile bambino Cameron Bright (il Nicholas Hoult bambino dei poveri) che le raccontava che era la reincarnazione del suo vecchio amore. Oddio, ma sarà vero? Sarà finto? Nel dubbio, la questione non interessava a NESSUNO. Oggi è la volta di questo Under The Skin che è la storia di Scarlett che è un aliena coi capelli tinti che arriva sulla Terra e vuole conoscere l’Uomo. Come entrare in contatto con questa forma di vita? Dandola un po’ in giro come non fosse sua. Secondo me, a giudicare dal trailer e dalla recensioni deliranti che ho letto in giro, sarà di una noia devastante. Ma da quello che ho capito si vede Scarlett NUDA.
THE ROVER
David Michôd tra le varie cose è il regista di Animal Kingdom e lo sceneggiatore di Hesher. Per me, due buone ragioni per starti a sentire se hai qualcosa da dire. E cosa ha da dire l’amico Michôd? Una specie di post atomico con Guy Pearce vecchio e dolente e Robert Pattinson con il taglio di capelli del tipo dei Die Antwoord che inseguono uno che ha rubato una macchina. Australia, deserto, disagio, silenzi, paesaggi e violenza inaspettata e inaudita. Questo più o meno è quello che si intuisce dal trailer. Io preparo i soldi e ci vediamo in sala.
Nota di kekkoz: come non detto, purtroppo The Rover uscirà a novembre, l’errore è mio, ciao
INTO THE STORM
A me i disaster movie piacciono moltissimo. Per cui diciamo che sulla carta Into The Storm è già un sì. Sembra una versione aggiornata e con effetti speciali più moderni (che non vuol dire per forza di cose migliori) di Twister, uno dei pochi disaster sui tornado mai realizzati. L’update non passa solo per la parte di CG ma anche per le tematiche. Come si vede nel trailer infatti c’è un giovane con la telecamerina. Questo mi suggerisce che Into The Storm probabilmente avrà delle parti in stile found footage. A voi la scelta: il found footage c’ha definitivamente rotto le palle o vogliamo dargli un’ultima possibilità? Molto più grave, a mio avviso, la presenza di Sarah Wayne Callies, quella di Prison Break e The Walking Dead, che io manderei a dare il bitume sulla Salerno Reggio – Calabria ad agosto. Sembra comunque molto divertente, dai.
PLANES 2
Il seguito dello Spin Off del franchise più fiacco, ma più redditizio, della Pixar riesce a farmi sbadigliare solo ed unicamente quando vedo la pubblicità sui tram che girano per Milano. Una fregatura annunciata per poveri genitori che saranno obbligati a portare i loro figli al cinema ad agosto appena tornati in città dopo due settimane passate in spiaggia a Capalbio. Perché tanto odio?
QUEL MOMENTO IMBARAZZANTE
Potrebbe essere divertente. Doppiato perderà sicuramente molto, ma potrebbe essere divertente. A me Zac Efron mette simpatia (l’ho visto in soli tre film – 17 Again, Hairspray e Neighbours e l’ho sempre trovato bravo e bello). Anche l’altro lì, Miles Teller, che abbiamo visto in Project X e vedremo nella parte di Reed Richards nel prossimo reboot de I Fantastici Quattro (‘spetta: COSA?), non mi sta antipatico. Ma soprattutto ci sono Imogen Poots, Addison Timlin e Mackenzie Davis. Commediola carina con un po’ di bromance che avanzava dai fondi di magazzino, qualche gag che probabilmente strapperà un sorriso e qualche altra che invece ci imbarazzerà per davvero veramente.
THE STAG – SE SOPRAVVIVO MI SPOSO
The Stag non spiega per quale motivo esca in Italia. È una commedia inglese che racconta di un gruppo di amici che finisce in campeggio per un addio al celibato. Lì si perderanno ma – come dice una punch line del trailer, “troveranno loro stessi”. Madre mia… La cosa più interessante è forse la presenza di Andrew Scott, il Moriarty del nuovo Sherlock. Peccato che lì fosse figo perché faceva un gran cattivo. Qui fa il babbo e non interessa a nessuno. Boh, manco se mi date voi i soldi.
ONE ON ONE
Una ragazza viene uccisa in un modo orribile (spoiler: si vede nel trailer). I sospettati sono sette. Sulle loro tracce un gruppo di terroristi, lo Shadow. Questo è più o meno tutto quello che ci è dato sapere sull’ultimo film di Kim Ki-duk, regista che amiamo e conosciamo. Lo conosciamo bene, tanto da sapere che il nostro è capace di cose bellissime come di pellicole discutibili. Io su questo One on One ci voglio credere. Dai.
PAZZA IDEA
Mi piacerebbe accanirmi contro un film come Pazza Idea, ma non sarebbe giusto. Perché probabilmente, al netto di qualche difetto insopportabile (ma magari solo per me) come un eccesso di forzata simpatia e qualche momento equo e solidale, potrebbe avere qualche cosa di valido. Ci sono due fratelli albanesi che si riuniscono dopo anni e si metto alla ricerca del padre che ha abbandonato loro e la madre. Un filmetto on the road frivolo e musicale, che potrebbe avere il pregio di essere particolarmente sentito.