Ciao, sono kekkoz. Dunque, prima di tutto Friday Prejudice non chiude, potete togliervi quella matita dalle chiappe. Però sì, c’è una grossa novità: da questa settimana a compilare i pregiudizi non sarò io, bensì un agguerrito gruppo di autori che avranno carta bianca e si stanno già scazzottando dietro le quinte. Per quanto tempo andrà avanti questa cosa? E che ne so! HA HA.
Sono quindi orgoglioso di presentarvi il primo della lista, che a parer mio è uno dei migliori e più divertenti blogger italiani: Andrea D. in arte kaw, firma storica (tra le altre cose) dell’indispensabile sito Serialmente. Andrea è una penna formidabile ma è anche una personcina a modo, quindi fatemi fare bella figura, non fatevi riconoscere come al solito. Ci vediamo nei commenti.
DIVERGENT, non lo indovinereste mai, è il film tratto dal primo libro di una trilogia young adult così ricca di personalità che ha le stesse copertine di The Hunger Games. In un futuro distopico in cui la popolazione è divisa in caste in base alle qualità di ognuno, Shailene Woodley scoprirà di avere, tipo, TUTTE le qualità e per questo verrà braccata, si unirà ai ribelli, guiderà la rivoluzione, cose così. Ora, se io avessi una figlia adolescente, significherebbe che ho fatto una figlia a 14 anni e mi sembra molto improbabile, ma se la avessi, sì, probabilmente la porterei a vedere una roba del genere (ma non ha delle amiche con cui andarci? Che sfigata è la mia figlia immaginaria?!) stringendo i denti e ringraziando il Signore che almeno questo non sembra una lobotomia frontale come quell’altra roba sui vampiri – ma visto che sia io che voi il proiettile della figlia adolescente l’abbiamo schivato, che dite, schiviamo anche Divergent?
NYMPHOMANIAC è un film di cui non mi frega un cazzo, forse perché ho 30 anni e se voglio vedere la gente che scopa mi guardo un porno, forse perché per lo stesso motivo per cui non mi interessa cosa ne pensa Stoya (@stoya) del Cinema d’Autore, non mi interessa neanche cos’ha da dire sul sesso in 330 minuti (domani nei cinema solo la prima parte accorciata, 110 minuti. Robetta) quel bollito di Lars von Trier. Che poi, per il mio livello di coinvolgimento, di Nymphomaniac so pure troppo. So quanti cazzi ci sono, quali sono degli attori protagonisti e quali appartengono alle controfigure, quali sono così veramente e quali sono stati allargati digitalmente. Che bello avere tutte queste nozioni. Nymphomaniac, un film sui cazzi.
FATHER AND SON è il nuovo film di Hirokazu Koreeda, pluripremiato regista giapponese sul cui conto so colpevolmente molto poco se non che la sua carriera è segnata dall’ossessione morbosa per morte, alienazione ed elaborazione del lutto; Father and Sons dev’essere leggermente più allegro della media perché parla solo di un padre che fa i conti col fatto che il figlio che ha cresciuto per 4 anni non è suo. A naso, mi sembra il film migliore della settimana, ma, ecco, se andate avanti voi e poi mi dite, che io c’ho un po’ di episodi arretrati di Parks and Recreation…?
I CORPI ESTRANEI. Degrado, emarginazione e, ciliegina sulla torta, neonato con tumore al cervello. Grazie ma no grazie.
Ok, scherzi a parte, Mirko Locatelli è uno bravo, ha fatto un film, Il primo giorno d’inverno, di cui si è parlato strabene (pure da Kekkoz? non sa/non ricorda) e I corpi estranei è il suo secondo lungometraggio, peraltro con Filippo Timi, che piace tantissimo alle mamme (un po’ meno ai fan di Batman). Se non avete problemi con argomenti pesi, tutto sembra indicare che uscirete dal cinema solo parzialmente pentiti di non essere rimasti a casa a vedere Thor 2 in dvd. Io in ogni caso vedrò Thor 2.
NOTTETEMPO è il secondo film italiano della settimana, è l’opera prima di tale Francesco Prisco e che mi venga un colpo se dopo aver visto il trailer ho capito di cosa parla.
IL PRETORE è un film con Francesco Pannofino che interpreta, wait for it, un pretore, figura legislativa introdotta in Italia ai tempi del fascismo e ora scomparsa (history, bitch!). Terzo film italiano della settimana, e neanche questo è quello da deridere, immaginate il mio disappunto. A giudicare dal trailer, è la storia di un René Ferretti un po’ più paffuto che abusa della propria posizione di potere per portarsi a letto molte donne e… produrre uno spettacolo di burlesque? Sembrerebbe. Voi paghereste 8 euro per vederlo al cinema? Vi do un aiuto: il regista, Giulio Base, ha fatto Don Matteo.
THE SPECIAL NEED è il quarto film italiano della settimana, una sorta di documentario un po’ sì un po’ no (i protagonisti interpretano sé stessi, ma molte scene mi sembrano ricostruite) che racconta di tre amici che si girano l’Europa on the road per aiutare uno di loro, che è autistico, a scopare. Cosa che avrei potuto mettere giù in maniera un po’ meno brutale, ma ehi, parla di questo, e in giro se ne dice anche abbastanza bene. Lo vedrei? Hell no, ma bravi per l’impegno.
THE HORSE BOY è un documentario del 2009 che i distributori italiani hanno aspettato fino ad oggi a buttare fuori perché avevano intuito le potenzialità di avere ben DUE film in sala con protagonista autistico nella stessa settimana (scopro a posteriori che oggi o ieri era la giornata mondiale dell’autismo, il motivo potrebbe essere questo). Per quel che riguarda la trama, mi rifaccio alla pagina Wikipedia del libro (un’autobiografia) da cui è tratto:
TI RICORDI DI ME? No.
Ah ah, che bella battuta, eh? Non ho proprio saputo resistere.
Ti ricordi di me? è il quinto e ultimo film italiano della settimana e neanche questo è un film italiano da deridere, al massimo da compatire. Ambra Angiolini è una narcolettica, Edoardo Leo (che praticamente è il nuovo Mastandrea, in ‘sti mesi te lo trovi al cinema ogni tre settimane — solo in film sensibilmente peggiori) è un cleptomane, si conoscono, si piacciono, ma poi? Boh! Forse lei si addormenta e quando si sveglia le manca un rene, chi può dirlo, ha un trailer così promettente..!
TIM HETHERINGTON: DALLA LINEA DEL FRONTE è un documentario su un documentarista e con questo direi che abbiamo fatto il giro necessario per tornare in cima all’articolo e rivalutare Divergent. Scherzo, ci sono delle premesse interessantissime: Tim Hetherington è stato un reporter inglese con due palle grosse così che ha passato metà della sua vita a scattare foto in Africa durante tipo qualsiasi conflitto mai avvenuto e a documentare come questi impattavano sulla vita della popolazione civile; è morto nel 2011, dopo aver ultimato il documentario Restrepo, ucciso da un proiettile vagante in Libia e questo film è un omaggio al suo operato dell’amico (e co-regista di Restrepo) Sebastian Junger. Fico, no? A meno che non siate il genere di persona che al cinema ci va per divertirsi.