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Nei cinema dal 16 aprile 2015

Ciao sono kekkoz, scusate il ritardo e tutto il resto. Questa settimana in verità sono carichissimo perché l’autore dei pregiudizi è uno dei più bravi critici cinematografici italiani, e non lo dico perché di solito sono d’accordo con lui, né perché è un bel ragazzone, ma perché ha trovato l’equilibrio ideale tra competenza, trasparenza e passione. Nel suo mestiere, tutte insieme, sono doti rare.

Bando alle ciance, lui si chiama Federico Gironi e sono orgoglioso di averlo qui con noi.

miamadre blackseacitizen

MIA MADRE

Quando ero piccolo, guardavo spesso i film di Nanni Moretti.
Meglio: li guardavano spesso i miei genitori, e io con loro. E, un po’ come quando ascoltavo Battiato con mio padre, non capivo proprio tutto quello che vedevo, ma ne ero affascinato. Ipnotizzato.
Moretti già ai tempi era una star: una volta lo intervistarono a una trasmissione che poteva essere “Pronto, Raffaella”, e mi ricordo i commenti dei miei riguardo la sua presunzione e una certa arroganza. Come si permettevano, mi chiedo io, quei due blasfemi infedeli? L’avessero fatto oggi, mi sentivano: li rieducavo a forza di sganassoni, come Nanni in Sogni d’oro con la mamma.
Moretti, dicevamo: anno dopo anno ho visto e rivisto i suoi film, imparato a memoria battute e interiorizzato tic e espressioni; e quando l’ho incontrato per la prima volta, per lavoro, per la prima volta mi sono sentito in soggezione davanti a un regista o un attore.
Insomma, se fossi tifoso direi che per me Nanni Moretti è come la Roma: si ama, non si discute.
Quindi, per favore, se non volete che vi venga a cercare uno per uno, evitate di fare commenti inadeguati e irrispettosi sul trailer, su Margherita Buy, su La stanza del figlio.
Perché quel film lì è la piccola macchia che rende la perfezione imperfetta, e quindi più umana, più vicina a noi. È Nanni che si è fatto uomo.
E perché Mia madre sarà sicuramente un grande film. Un grandissimo film. Un capolavoro.

BLACK SEA

A proposito di pregiudizi.
Ci sono delle categorie di film che, in linea di massima, mi piacciono a prescindere.
Non parlo di generi, eh: parlo proprio di specifiche situazioni, location, personaggi. Tipo: i film coi vichingi, io me li guardo tutti. Come i film ambientati ai Poli, o comunque quelli in zone climaticamente estreme e col termometro sottozero (no, i deserti no, i deserti non mi fanno impazzire). I film con gli squali, non me ne perdo uno.
Oltre a deserti freddi, vichinghi e squali, magari un gradino più in profondità (ah ah ah…) ci sono i sottomarini.
Mi piacciono i film sui sottomarini. Black Sea, quindi, dovrebbe piacermi. Kevin Macdonald è uno bravo (sono un grande fan di State of Play, categoria “film coi giornalisti”) e Jude Law, che un tempo odiavo di un odio intenso e irrazionale, mi è quasi diventato simpatico: forse da quando è pelato, o da quando non tromba più con Sienna Miller.
Quindi Black Sea bomba? Dovrebbe: c’è pure il tesoro sommerso. Ma la mia vocina, come quella di un altro mio mito, Magnum P.I., mi sussurra che da qualche parte si possa annidare la fregatura.

CITIZENFOUR

Inutile che ci prendiamo in giro. Siamo fra amici, diciamoci la verità. Altro che pregiudizio: io Citizenfour l’ho già visto.
L’ho già visto ed è la bomba che pensavo che fosse, che mi avevano raccontato fosse.
Noi che qui facciamo i minchioni su Internet dovremmo sapere tutti chi sia Edward Snowden, quello che ha fatto, il vaso di Pandora digitale che ha scoperchiato. Quello che non sapevo, e che forse non sapete nemmeno voi, è tutto quello che ci racconta questo film: perché è alla documentarista Laura Poitras che Snowden si è rivolto per prima, per iniziare a vuotare il sacco sui segreti della NSA; e perché gli è costato molto. Che poi questo non è (solo) un documentario: è anche un thriller con gli hacker. Categoria da mettere assieme a vichinghi e giornalisti.

nicolas fighters figliodines

THE FIGHTERS – ADDESTRAMENTO DI VITA
Anche questo l’ho visto, ve lo dico subito. Ma ci sono andato perché avevo un pregiudizio positivissimo.
Certo, è francese: lo so, vi capisco, anche io pensavo così un tempo.
Certo, è più o meno ascrivibile alla categoria “coming of age”, e diciamocelo chiaramente: i coming of age, che poi in italiano sarebbero “le storie di formazione”, ci hanno un po’ scassato la minchia.
Però bisogna anche ammettere che in quel settore lì ultimamente dall’altro lato delle Alpi stan facendo grandi cose. E poi The Fighters conta su un’attrice protagonista molto brava e carina (pupilla di certi miei colleghi dai gusti fin troppo “giovanili”), Adèle Haenel; e fin dal trailer si capisce che il regista, l’esordiente Thomas Cailley, ha voluto condire la storia di formazione e d’amore con ingredienti insoliti: catastrofi, millenarismi, robe di sopravvivenza varie nei bei boschi di una Francia placidamente estiva. Fidatevi. Vale la pena, nonostante l’insensatezza di un titolo che traduce in inglese, ad minchiam, e non in italiano, l’originale Les Combattants.

LE VACANZE DEL PICCOLO NICOLAS
Questo non l’ho visto.
E non ho nemmeno visto il film precedente con protagonista il bambino del titolo.
Un collega francofono, però, ai tempi mi aveva talmente assillato con questo “Petit Nicolas”, pietra angolare della letteratura per ragazzi francese, al punto da spingermi per reazione a punzecchiarlo pronunciando apposta la “s” alla fine del nome.
“Si dice ‘Nicolà’!,” s’incazzava lui, puntiglioso come tutti i francofoni.
Comunque.
Sarà sicuramente carino, eh, questo film per ragazzi, e il cinema per ragazzi è dalle nostre parti troppo sottovalutato, e tante altre cose ancora. Però, ecco: mi dite che cacchio c’entra nel cast Luca Zingaretti?

FIGLIO DI NESSUNO
No, ma io dico.
Con tutta la buona volontà del mondo, ma come si fa a far uscire contro i film che ho appena pregiudizialmente elencato una roba serba intitolata Figlio di nessuno? Ti sei messo l’etichetta da solo, diosanto. A ‘sto punto chiamati “figlio della serva” e fai prima. Almeno con “figlio di una buona donna” ti potevi dare qualche aria da duro, ma così…
E poi che arie da duro ti vuoi dare, che racconti l’ennesima storia del bambino cresciuto dai lupi? E dai.

Federico Gironi

11 Comments

  1. Solo sei film di cui due, Citizen4 e il serbo irreperibili?
    Nanni tiene rapiti i parenti dei distributori?

  2. la cosa che mi sorprende di più di questi pregiudizi è come sia riuscito l’autore a non farsi scivolare un COBRETTI parlando di Nanni 😛

  3. Mai digerito Nanni Moretti. E nemmeno la sacher.
    E la Haenel è lesbica.

  4. “La stanza del figlio” è l’unico film di Nanni Moretti che mi rende digeribile Nanni Moretti.

    È anche il motivo per cui probabilmente andrò a vedere questo film, per altro.

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