Ciao sono kekkoz e ve lo dico subito: l’autore dei pregiudizi di questa settimana non avrebbe bisogno della mia presentazione. Voglio dire. Cioè. È un autore di fumetti tra i più popolari in Italia, ma è pure un romanziere, un podcaster, nonché un caro amico e un impagabile compagno di bevute.
Facciamo che basterebbe scrivere il nome: benvenuto su Friday Prejudice, Tito Faraci.
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Ero tutto contento, fino a ieri sera, quando ne ho parlato con una collega e amica (non necessariamente in questo ordine). Eravamo seduti vicini, a una cena di fumettisti. Le ho spiegato che cos’è Friday Prejudice, vantandomi della mia imminente partecipazione. “Sarà uno spasso,” le ho detto. “Come no,” ha risposto. “Pensa se facessero una roba del genere con i fumetti…” Improvvisamente sono stato preso da un attacco di bontà. Nulla di grave, passerà. Ma temo che gli effetti si ripercuoteranno su quanto sto per scrivere. Quanto all’idea di quella roba applicata ai fumetti, ragazzi, voi a casa non fatelo. (“E comunque io sono simpatico a tutti, no?” ho risposto, dopo un po’, alla collega.)
BLACKHAT
La mia bontà è premiata. È un film di Michael Mann. Sono già lì, fuori dal cinema, con la tenda. Il primo film di Mann che ho visto è stato La fortezza. Al cinema. Il secondo Strade violente, in videocassetta. E questo mi etichetta come vecchio arnese, che però ancora la suona a voialtri. Esattamente come fa, a ogni film, Michael Mann. “Bomba?” chiedete. Il papa è cattolico? L’orso caga nel bosco?
FOXCATCHER
Malgrado, sulla carta, la trama mi interessi quanto la produzione di fisarmoniche in bassa Baviera (che però, chissà…), di questo film parlano tutti gran bene. Poi c’è Steve Carell in un ruolo drammatico. E di Bennett Miller ricordo il film su Capote, che era mica male. Anche al netto della bontà pro domo mea di cui sopra, io voto a favore.
CENERENTOLA
Zio Walt, dalla tua cella criogenica, perdonami. Lo so, mi hai dato tanto. Ci pago anche il mutuo, grazie a te. Però io, davvero, non ce la faccio. E mi scuso pure con Kenneth Branagh, uno con un grande futuro alle spalle, ma io passerei la mano. (Inoltre, non mi hanno nemmeno invitato all’anteprima. E quindi…)
CLORO
Il procione (nome latino, “procyon lotor”), noto anche come “orsetto lavatore”, è un mammifero della famiglia dei procionidi molto diffuso nel Nord America. Non vi interessa, eh? Qualcosa qui dovevo pur scriverci. Okay, vediamo: è la storia di un’adolescente che sogna di diventare campionessa di nuoto sincronizzato. Basta?
MA CHE BELLA SORPRESA
“Ma come?” direte voi. “Non eri diventato buono?” Ecco, appunto. Proprio perché sono buono, questo film non vado a vederlo e così poi non ne parlo in giro. Beata ignoranza. Anche se so che Genovesi non è proprio l’ultimo arrivato (ma è un’aggravante). I film “da ridere” non mi fanno mai ridere.
SUITE FRANCESE
Per la serie: “il problema non sei tu, sono io”. Film tratto da un romanzo pubblicato in Italia dall’Adelphi, che racconta di una tormentata storia d’amore nella Francia occupata dai nazisti. Dal trailer, se ve lo andate a cercare, si capisce più o meno tutto. Io non ci penso nemmeno, ad andare a vederlo, ma perché, appunto, “il problema sono io”. Voi fate le considerazioni del caso.
IO SONO MATEUSZ
Una storia che sembra impossibile da raccontare, ma qualcuno ce l’ha fatta. Anche solo per quello, m’inchino. La bontà c’entra poco, anche se un film del genere te la tira fuori con la tenaglia. Giudizi entusiasti, ovunque. Possibilità che sia in una sala a portata di mano, e per più di una settimana, minime. Come potrei consigliarvi di perdere tempo a pensarci su?