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Nei cinema dal 24 luglio 2014

Ciao sono kekkoz e vi do il benvenuto nell’ultima settimana di uscite prima della Morte Cerebrale del Cinema. Per questo deligatissimo episodio ho voluto chiamare a firmare i pregiudizi quel marcantonio di Giorgio P. che è 1. uno che ne sa 2. un caro amico da anni anche se ci siamo visti una volta sola dieci minuti a Termini (noi giovani dell’Internet siamo così) 3. un ragazzone che se lo vedi fai un passo indietro ma è buono come il pane 4. l’inventore di uno dei blog di Cultura Pop più assidui e interessanti in Italia si chiama JunkiePop, ci scrive sopra tanta bella gente, ma il boss è lui.

Per un attimo ho pensato di farglieli fare in romanesco, ma l’idea era già stata presa.

22 JUMP STREET

Grazie a Francesco (il proprietario di questo posto, quello che per capirci sarà il destinatario di qualsiasi denuncia per quanto scritto da me in questo post) nel giro di una settimana sono diventato fan di 21 Jump Street. E io tendenzialmente con Jonah Hill ho qualche problema (non specificato, ce l’ho nel senso che se mi attraversa la strada lo tiro giù con la macchina). Fatto è che 22 Jump Street è il seguito di quell’orgia di commedia citazionista che a suo modo riprendeva la serie tv con Johnny Depp, stravolgendolo con cose che hanno fatto un po’ il cinema alla Apatow. Roba scorretta per lo più ma un minimo controllata. Tipo mettendoci dentro Ice Cube in quella che per me è la sua parte definitiva della vita, sorpassando a destra Anaconda (che nella sputazzata di Jon Voight un perché l’aveva) ed eguagliando Fantasmi da Marte oppure Collo, quello che noi amammo tutti facendo finta non fosse un cane vero su Guida per riconoscere i tuoi santi (casi in cui il film è talmente bello per cui se passa un cane è tipo un attore del calibro Max Von Sydow) e poi da lì una serie di scelte che al confronto quelle di vita di Sara Tommasi sono misurate. Ecco forse a COLLO abbiamo trovato un lavoro che sia differente dal fare la celebrità consumata al tavolo del poker con Jennifer Tilly, perché COLLO FA RIDERE, io non so quanto questo avvenga volontariamente ma FA RIDERE E FA RIDERE TANTO. Allelujah my lord (e qui parte un mantre con tanto di James Brown che dice “lui ha visto la luce” etc etc).

La trama è molto vicina al primo episodio, solo che stavolta la loro indagine li porterà al college e tra loro sono un po’ in rotta come coppia, insomma la bromance da rinverdire come obiettivo principe. Trama accessoria direi perché a questo punto starete urlando DATECI COLLO CHE FA RIDERE TANTISSIMO E NON PARLIAMONE PIÙ. I registi rimangono Lord & Miller che tra le altre cose annoverano un paio di Piovono Polpette e Lego The Movie (e voglio dire, parliamo di tre assoluti del genere). Io gli voglio bene già, e dal trailer già ho visto una scena con un polipo che potrebbe eguagliare quella dalla prima fattanza del 21 Jump Street.

PROVETTA D’AMORE

Arriva in Italia due anni dopo l’uscita negli USA, personalmente credo che potessimo rimanere nell’ignoranza e anche se d’estate si svuotano i magazzini non è che dobbiamo vedere PROPRIO TUTTO TUTTO TUTTO. La trama parla di Schneider e la Munn (droooool) che non riescono ad avere figli, lui prende e chiede aiuto ad i suoi amici per recuperare del seme depositato in una banca anni prima. L’orchite, insomma. Fate voi, io volevo morire solo guardando il trailer in tutti gli istanti in cui non appariva la Munn (che ormai ha un colore a metà tra Venditti e la Aguilera, perché io mi chiedo, perché). Se non vi fidate del giudizio di uno che lo vedrebbe andando veloce e fermandosi solo quando appare la Munn (droooool) fidatevi del podorometro, ottopercento. Bella merda.

UNA NOTTE IN GIALLO

Capire come si possa passare da Walk of Shame a Una notte in giallo solo il grande dio delle traduzioni e delle scimmie urlatrici può. Detto questo vi chiedo sinceramente se voi paghereste per vedere Elizabeth Banks che deve fare un provino e ha passato una notte delirante e deve fare in tutti i modi possibili e immaginabili per arrivare in orario all’appuntamento con la fama. Vestita di giallo ovviamente. Vi fa ridere? Vi va? Piuttosto mi metto a perdere tempo a pensare su quanti film Elizabeth Banks ci mettesse un qualsiasi merito per ritrovarsi protagonista di una commedia dove la cosa che fa più ridere dovrebbe essere che è tipo VESTITA DI GIALLO (sai che rideroni tutti insieme) e il lievissimo scimmiottamento di The Hangover e Tutto in una notte (in entrambi i casi, ve piacerebbe). Non mi viene in mente un film che è uno dove facesse ridere così tanto da, eppure ce la ritroviamo qui. VESTITA DI GIALLO. C’è anche Gillian Jacobs direttamente da Community (e quindi abbiamo forse un caso ufficiale di doppleganger? è stato fatto apposta? ne sono consci? no? VESTITA DI GIALLO AHAHAHAHAH le risate) ma non credo sia uno stimolo in più per uscire di casa, almeno per andarlo a vedere. Fa caldo. Mettete su un Kevin Smith qualunque e sparatevi il ventilatore addosso.

2047 – SIGHTS OF DEATH

La trama è che nel futuro il mondo sarà retto da un governo militare e ci sono dei ribelli che cercano di opporsi. L’originalità insomma. Il cast è una cosa di uno sbagliato che pare un greatest hits di b-movie anni 90, quelli da cestone dell’autogrill con in regalo la noce di prosciutto in pepe a 15 euro (Stephen Baldwin? Rutger Hauer? Daryl Hannah? Davero??) e il regista, rullo di tamburi, è uno che ha all’attivo roba per la tv con Bud Spencer, qualche Distretto di Polizia, Uomini sull’orlo di una crisi di nervi, Feisbum e soprattutto I segreti di Borgo Larici. E giuro che non è uno scherzo. Che segreti può avere BORGO LARICI? Uno film che sulla carta sembra uno scherzone, o almeno sarebbe bellissimo fosse una trollata di quelle che si ricordano per secoli, tipo Carnera, per dire, anzi lo dico, un film che di primo acchito fa apparire un’uscita di Martinelli come un nuovo Kubrick o un papabilissimo per l’Orso d’oro. Se volete sapere anche il nome del regista è Alessandro Capone e il film è su alcuni siti in uscita per il 2015. Poi hanno pensato sicuramente fosse troppo meta per non regalarcelo un anno prima.

ANARCHIA – LA NOTTE DEL GIUDIZIO

È il seguito di La notte del giudizio, ovvero un film per cui ho cacciato otto euro e cinquanta e rivorrei tutti indietro dal primo all’ultimo. La trama è uguale alla precedente, in un’America futurista schiacciata dalla criminalità i crimini possono rimanere impuniti se effettuati in alcune ore di un giorno stabilito. Dice che calma, come il Moment. L’idea manco era bruttissima, voglio dire, è la metà delle trame dei giochi della ps3; il difetto del primo era una quantità di cani di fronte alla macchina da presa che faceva impressione e un finale che non finiva mai, ma mai mai. Io stavolta gli ottoeuroecinquanta non glieli do. Tanto pensate che non vincano i buoni? Pensate che in tutto questo esista un briciolo di colpo di scena? Ecco no. Non ci spererei durissimo.

IO ROM ROMANTICA

Da quando mi è stato chiesto di scrivere i pregiudizi di questa settimana e mi è stato detto “c’è Io rom romantica” ho iniziato a dire io Sem Semantica, lo faccio tipo da una settimana. A parte gli scherzi (non è uno scherzo lo sto facendo veramente) dell’esordio di Laura Halilovic si parla piuttosto bene, è la storia di una ragazzina rom, emarginata tanto dalla comunità rom che dalla nostra che scopre il suo amore per il cinema e la regia. Sembra almeno una trama più convincente di Una notte in giallo, e io fiducia gliela darei, il trailer promette anche bene, sicuramente da premiare il coraggio anche se il titolo come dire, bene ma non benissimo. Io per dire andrei a vederlo, magari vado.

MISTAKEN FOR STRANGERS

È una sorta di videodocumentario girato da Tom Berninger (fratello minore di Matt) sulla vita dei The National intorno alla pubblicazione del loro splendido High Violet. Se mettete un rapporto un po’ complicato tra i due fratelli e il fatto che dei fratelli Tom sia il minore di nove anni e ascolta solo heavy metal (e non lo nasconde) potrete ben immaginare che non è la classica raccolta di immagini backstage, interviste e lastre per controllare la cirrosi. Fatto è che è qualcosa di altro, un film sul senso della famiglia e della vicinanza e soprattutto dei ruoli e il rapporto con la fama, effettiva e riflessa. A me sembra una cosa più che valida. Poi Tom Berninger ha una faccia di quelle simpatiche che lo adotteresti e gli diresti “non tromberai mai come tuo fratello andiamo ad attaccarci le toppe degli Exodus”. è la vita Tom e noi lo sappiamo da un bel po’. 91% di pomodorometro. Io dico “si va”.